Le figure degli umanisti Aulo Giano Parrasio, cosentino presente a Milano tra il 1499 e il 1506, e Marc'Antonio Maioragio, milanese attivo tra l'inizio degli anni quaranta del Cinquecento e il 1555, anno della morte, entrambi studenti di greco e docenti di latino ed eloquenza nelle Scuole milanesi, delimitano mezzo secolo di attività della Scuola stessa, luogo di elaborazione e promozione di una cultura letteraria volta allo studio dei classici e della grande tradiozione retorica e oratoria. Ci si sofferma in particolare sull'impegno culturale e pedagogico del Maioragio, messo a fuoco attraverso qualcuna delle sue orazioni, sempre rigorosamente latine, rivolte ai giovani milanesi, incentrate sul valore dello studio e sul primato delle lettere, della poesia e dell'eloquenza, nonché attraverso il discorso, incompiuto, al governatore Alfonso d'Avalos nel quale il dotto umanista avanza una proposta di costituzione di una biblioteca pubblica a Milano.
Girardi, M., Da Parrasio a Maioragio: la scuola, luogo dell'elaborazione culturale, in Bellini, E., Rovetta, A. (ed.), Prima di Carlo Borromeo. Lettere e arti a Milano nel primo Cinquecento, Accademia Ambrosiana - Bulzoni Editore, Milano-Roma 2013: <<Studia Borromaica - Accademia Ambrosiana. Classe di Studi borromaici>>, 121- 144 [http://hdl.handle.net/10807/49771]
Da Parrasio a Maioragio: la scuola, luogo dell'elaborazione culturale
Girardi, Mariateresa
2013
Abstract
Le figure degli umanisti Aulo Giano Parrasio, cosentino presente a Milano tra il 1499 e il 1506, e Marc'Antonio Maioragio, milanese attivo tra l'inizio degli anni quaranta del Cinquecento e il 1555, anno della morte, entrambi studenti di greco e docenti di latino ed eloquenza nelle Scuole milanesi, delimitano mezzo secolo di attività della Scuola stessa, luogo di elaborazione e promozione di una cultura letteraria volta allo studio dei classici e della grande tradiozione retorica e oratoria. Ci si sofferma in particolare sull'impegno culturale e pedagogico del Maioragio, messo a fuoco attraverso qualcuna delle sue orazioni, sempre rigorosamente latine, rivolte ai giovani milanesi, incentrate sul valore dello studio e sul primato delle lettere, della poesia e dell'eloquenza, nonché attraverso il discorso, incompiuto, al governatore Alfonso d'Avalos nel quale il dotto umanista avanza una proposta di costituzione di una biblioteca pubblica a Milano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.