Nel comasco erano presenti tra Sei e Settecento le tradizionali forme di auto-organizzazione cetuale di matrice oligarchica nelle quali trovava largo spazio l’ autonomia di governo del patriziato cittadino. Arroccata gelosamente nella difesa dei propri privilegi di ceto, la città di Como mantenne infatti nell’antico regime, insieme al primato del Consiglio generale dei decurioni, un predominio che neppure le conquiste del territorio nei secoli riuscirono del tutto a scalfire. Il contado lacustre e le oligarchie delle Terre del lago, separatesi a loro tempo dal centro urbano soprattutto per motivi fiscali, riuscivano a tutelare i propri interessi mediante organismi rurali profondamente radicati negli antichi assetti di potere, quale l’ assemblea generale di sindaci del contado con sede a Gravedona (ad eccezion del sindaco della terra separata della Val d’Intelvi). Il primato cittadino si faceva sentire, invece, soprattutto sul cosiddetto «territorio civile» ( le quattro pievi di Fino, Uggiate, Zesio Inferiore e Superiore) mediante l’utilizzo dei bilanci provinciali in funzione degli interessi urbani

Pederzani, I., Città e contado:l'amministrazione tra Sei e Settecento, in F.Cani-G.Monizz, F. (ed.), Como e la sua storia, Nodolibri, Como 1993: 153- 156 [http://hdl.handle.net/10807/49751]

Città e contado:l'amministrazione tra Sei e Settecento

Pederzani, Ivana
1993

Abstract

Nel comasco erano presenti tra Sei e Settecento le tradizionali forme di auto-organizzazione cetuale di matrice oligarchica nelle quali trovava largo spazio l’ autonomia di governo del patriziato cittadino. Arroccata gelosamente nella difesa dei propri privilegi di ceto, la città di Como mantenne infatti nell’antico regime, insieme al primato del Consiglio generale dei decurioni, un predominio che neppure le conquiste del territorio nei secoli riuscirono del tutto a scalfire. Il contado lacustre e le oligarchie delle Terre del lago, separatesi a loro tempo dal centro urbano soprattutto per motivi fiscali, riuscivano a tutelare i propri interessi mediante organismi rurali profondamente radicati negli antichi assetti di potere, quale l’ assemblea generale di sindaci del contado con sede a Gravedona (ad eccezion del sindaco della terra separata della Val d’Intelvi). Il primato cittadino si faceva sentire, invece, soprattutto sul cosiddetto «territorio civile» ( le quattro pievi di Fino, Uggiate, Zesio Inferiore e Superiore) mediante l’utilizzo dei bilanci provinciali in funzione degli interessi urbani
1993
Italiano
Como e la sua storia
8871850327
Pederzani, I., Città e contado:l'amministrazione tra Sei e Settecento, in F.Cani-G.Monizz, F. (ed.), Como e la sua storia, Nodolibri, Como 1993: 153- 156 [http://hdl.handle.net/10807/49751]
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