E' necessaria una svolta culturale nello studio delle relazioni e della vita familiare; vi è infatti una scissione, una frattura, tra la prospettiva dell’individualismo ed i risultati di recenti ricerche empiriche (Smart, 2007; Morgan, 1996; Finch, Mason, 1993; 2000; Carsten, 2004; Gillis 1996; 2004; Hockey, Chapman, 1999; Miller, 1998). Il desiderio di trovare una più completa, raffinata modalità di concettualizzare e rappresentare la vita familiare e, al contempo, lo sforzo di trovare nuovi modi per catturare la multidimensionalità delle relazioni, ha spinto alcuni studiosi a considerare e studiare il concetto di relazionalità e a sviluppare, a partire da esso, un approccio teorico in antitesi alla tesi dominante dell’individualizzazione. Ci riferiamo, in particolare, alla kinship analisys di Finch e Mason, alla concettualizzazione di personal life di Smart, alla configurational perspective di Widmer e al concetto di genealogical proximity sviluppato da Jallinoja. Il sé è inteso come sé relazionale, ovvero è destinato a svilupparsi inter-soggettivamente attraverso l’interazione sociale (Griffiths, 1995; Meyers, 1997; Held, 1993); è pertanto insostenibile concettualizzare l’individuo come solitario ed autogenerato. L’interazione come precondizione per la costruzione del sé viene enfatizzata negli studi empirici relativi ai processi di decision making: le persone prendono decisioni in relazione ad altri e non semplicemente secondo i propri specifici bisogni e desideri. Il concetto di sé deriva dunque dall’essere parte di una rete di relazioni ed è strettamente interconnesso con il comportamento assunto nei confronti di altri significativi. Di quali relazioni si tratta? Come vengono teorizzate? E’ possibile rinvenire in esse una struttura latente di riferimento a partire dalla quale identificare un processo morfogenetico? Permane una dimensione etica o di ascrittività del legame? Il presente contributo cercherà di rispondere a tali domande, non solo illustrando gli elementi definitori fondamentali di tali approcci, ma evidenziando altresì i punti di comunanza o distanza dall’approccio relazionale.

Rossi, G., Mazzucchelli, S., La sociologia della famiglia in Europa Dall'individualismo alla relazionalità, in Terenzi, P. (ed.), Percorsi di Sociologia Relazionale, Franco Angeli, Milano 2012: <<Sociologia, cambiamento e politica sociale>>, 181- 200 [http://hdl.handle.net/10807/4494]

La sociologia della famiglia in Europa Dall'individualismo alla relazionalità

Rossi, Giovanna;Mazzucchelli, Sara
2012

Abstract

E' necessaria una svolta culturale nello studio delle relazioni e della vita familiare; vi è infatti una scissione, una frattura, tra la prospettiva dell’individualismo ed i risultati di recenti ricerche empiriche (Smart, 2007; Morgan, 1996; Finch, Mason, 1993; 2000; Carsten, 2004; Gillis 1996; 2004; Hockey, Chapman, 1999; Miller, 1998). Il desiderio di trovare una più completa, raffinata modalità di concettualizzare e rappresentare la vita familiare e, al contempo, lo sforzo di trovare nuovi modi per catturare la multidimensionalità delle relazioni, ha spinto alcuni studiosi a considerare e studiare il concetto di relazionalità e a sviluppare, a partire da esso, un approccio teorico in antitesi alla tesi dominante dell’individualizzazione. Ci riferiamo, in particolare, alla kinship analisys di Finch e Mason, alla concettualizzazione di personal life di Smart, alla configurational perspective di Widmer e al concetto di genealogical proximity sviluppato da Jallinoja. Il sé è inteso come sé relazionale, ovvero è destinato a svilupparsi inter-soggettivamente attraverso l’interazione sociale (Griffiths, 1995; Meyers, 1997; Held, 1993); è pertanto insostenibile concettualizzare l’individuo come solitario ed autogenerato. L’interazione come precondizione per la costruzione del sé viene enfatizzata negli studi empirici relativi ai processi di decision making: le persone prendono decisioni in relazione ad altri e non semplicemente secondo i propri specifici bisogni e desideri. Il concetto di sé deriva dunque dall’essere parte di una rete di relazioni ed è strettamente interconnesso con il comportamento assunto nei confronti di altri significativi. Di quali relazioni si tratta? Come vengono teorizzate? E’ possibile rinvenire in esse una struttura latente di riferimento a partire dalla quale identificare un processo morfogenetico? Permane una dimensione etica o di ascrittività del legame? Il presente contributo cercherà di rispondere a tali domande, non solo illustrando gli elementi definitori fondamentali di tali approcci, ma evidenziando altresì i punti di comunanza o distanza dall’approccio relazionale.
2012
Italiano
Percorsi di Sociologia Relazionale
978-88-568-4578-5
Rossi, G., Mazzucchelli, S., La sociologia della famiglia in Europa Dall'individualismo alla relazionalità, in Terenzi, P. (ed.), Percorsi di Sociologia Relazionale, Franco Angeli, Milano 2012: <<Sociologia, cambiamento e politica sociale>>, 181- 200 [http://hdl.handle.net/10807/4494]
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