Obiettivo principale di chi studia la motivazione è quello di scoprire mete, desideri, scopi – in sintesi – ciò che muove il comportamento, lo direziona e lo rende possibile. Le teorie sulla motivazione cercano di spiegare il “perché” di un comportamento, e indagano i processi che spingono gli individui ad agire in certi modi piuttosto che altri. Approfondiremo le diverse teorie che definiscono la motivazione nella prima parte del capitolo. Osserveremo come la complessa relazione tra fattori interni all’organismo e fattori esterni concorrano alla determinazione del comportamento e come quest’ultimo sia subordinato sia a processi biologicamente radicati (per esempio gli istinti) sia a processi cognitivi (per esempio la valutazione della situazione o l’anticipazione della meta). Nella seconda parte del capitolo verranno prese in considerazione, secondo una classica distinzione della psicologia della motivazione, le motivazioni elementari, biologicamente fondate e universali all’interno del regno animale, come la fame e il sesso. Verranno poi analizzate motivazioni che sono invece specifiche dell’essere umano, come per esempio il bisogno di successo e di affermazione. I meccanismi alla base del primo tipo di motivazione (detta motivazione primaria) sono essenzialmente di tipo biologico, mentre i meccanismi che regolano il secondo tipo di motivazione (detta motivazione secondaria) si collocano a livello psicologico e cognitivo. Nel capitolo verranno esemplificate alcune tipologie di motivazione con l’intento di problematizzare tale distinzione: da un lato non esiste una motivazione biologica che non sia allo stesso tempo modellata dall’esperienza e regolata dall’intervento di processi cognitivi e psicologici, nonché culturali e sociali; dall’altro è possibile ipotizzare l’influenza di fattori biologici anche nel caso delle motivazioni cosiddette secondarie. Si pensi per esempio alla fame: sicuramente il bisogno fisiologico di nutrirci spinge l’uomo alla ricerca del cibo, ma è difficile separare il bisogno del cibo dal bisogno di contatto-relazione con chi ce lo procura (l’interazione madre-bambino nell’allattamento). Così come risulta difficile prescindere dalle valenze culturali e sociali che il cibo può assumere tanto da modificare i nostri stessi bisogni alimentari (gusti) e la percezione del nostro corpo (troppo magro o troppo grasso rispetto a parametri stabiliti dalla cultura di appartenenza)
Ciceri, M. R., MOTIVAZIONE, in Ciceri, M. R., Amoretti, G. F. (ed.), PSICOLOGIA GENERALE, McGraw-Hill Education, Milano 2013: <<COLlana di istruzione scientifica serie di scienze umane>>, 297- 323 [http://hdl.handle.net/10807/42246]
MOTIVAZIONE
Ciceri, Maria Rita
2013
Abstract
Obiettivo principale di chi studia la motivazione è quello di scoprire mete, desideri, scopi – in sintesi – ciò che muove il comportamento, lo direziona e lo rende possibile. Le teorie sulla motivazione cercano di spiegare il “perché” di un comportamento, e indagano i processi che spingono gli individui ad agire in certi modi piuttosto che altri. Approfondiremo le diverse teorie che definiscono la motivazione nella prima parte del capitolo. Osserveremo come la complessa relazione tra fattori interni all’organismo e fattori esterni concorrano alla determinazione del comportamento e come quest’ultimo sia subordinato sia a processi biologicamente radicati (per esempio gli istinti) sia a processi cognitivi (per esempio la valutazione della situazione o l’anticipazione della meta). Nella seconda parte del capitolo verranno prese in considerazione, secondo una classica distinzione della psicologia della motivazione, le motivazioni elementari, biologicamente fondate e universali all’interno del regno animale, come la fame e il sesso. Verranno poi analizzate motivazioni che sono invece specifiche dell’essere umano, come per esempio il bisogno di successo e di affermazione. I meccanismi alla base del primo tipo di motivazione (detta motivazione primaria) sono essenzialmente di tipo biologico, mentre i meccanismi che regolano il secondo tipo di motivazione (detta motivazione secondaria) si collocano a livello psicologico e cognitivo. Nel capitolo verranno esemplificate alcune tipologie di motivazione con l’intento di problematizzare tale distinzione: da un lato non esiste una motivazione biologica che non sia allo stesso tempo modellata dall’esperienza e regolata dall’intervento di processi cognitivi e psicologici, nonché culturali e sociali; dall’altro è possibile ipotizzare l’influenza di fattori biologici anche nel caso delle motivazioni cosiddette secondarie. Si pensi per esempio alla fame: sicuramente il bisogno fisiologico di nutrirci spinge l’uomo alla ricerca del cibo, ma è difficile separare il bisogno del cibo dal bisogno di contatto-relazione con chi ce lo procura (l’interazione madre-bambino nell’allattamento). Così come risulta difficile prescindere dalle valenze culturali e sociali che il cibo può assumere tanto da modificare i nostri stessi bisogni alimentari (gusti) e la percezione del nostro corpo (troppo magro o troppo grasso rispetto a parametri stabiliti dalla cultura di appartenenza)I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.