Il sistema di tutela dei minori in Italia ha sviluppato, come risposta alternativa all’istituzionalizzazione, legislazioni ed esperienze centrate sul ben essere del minore e soluzioni residenziali dal clima familiare a misura di bambino, quando gli organi giudiziari considerano necessario l’allontanamento dall’ambiente naturale di vita. Le «comunità educative per bambini e adolescenti» (strutture di accoglienza residenziale), sistemi relazionali complessi e delicati, basate sulla capacità di accoglienza personalizzata, centrata sul bambino, inquadrata in principi di funzionamento quotidiano di tipo familiare, sono il contesto di questo contributo. La concretizzazione di questi principi implica, oltre alla presenza di educatori competenti e coinvolti, un coordinamento capace di gestire la complessità delle differenti dimensioni interconnesse dentro e fuori dalle unità residenziali. Il presente lavoro si basa sugli esiti di un percorso di ricerca-formazione che ha coinvolto, a partire dall’anno 2003, i coordinatori delle strutture residenziali di una organizzazione non governativa, la cooperativa sociale La Grande Casa di Sesto San Giovanni (Milano). Tale percorso ha permesso di sviluppare un modello multidimensionale del coordinamento pedagogico delle unitàdi accoglienza residenziale, che permette di comprendere le varie sfaccettature del coordinamento.
Premoli, S., Coordenação de unidades residenciais para crianças em situação de acolhimento residencial em Itália: o caso da cooperativa social «La Grande Casa» nos eixos de um percurso de pesquisa-formação, in Calheiros M.M, C. M., Vaz Garrido M, V. G. M., Vieira Santos S, V. S. S., Crianças em risco e perigo: contextos, investigação e intervenção (Vol. 2), Silabo, Lisbona 2012: 77-99 [http://hdl.handle.net/10807/42240]
Coordenação de unidades residenciais para crianças em situação de acolhimento residencial em Itália: o caso da cooperativa social «La Grande Casa» nos eixos de um percurso de pesquisa-formação
Premoli, Silvio
2012
Abstract
Il sistema di tutela dei minori in Italia ha sviluppato, come risposta alternativa all’istituzionalizzazione, legislazioni ed esperienze centrate sul ben essere del minore e soluzioni residenziali dal clima familiare a misura di bambino, quando gli organi giudiziari considerano necessario l’allontanamento dall’ambiente naturale di vita. Le «comunità educative per bambini e adolescenti» (strutture di accoglienza residenziale), sistemi relazionali complessi e delicati, basate sulla capacità di accoglienza personalizzata, centrata sul bambino, inquadrata in principi di funzionamento quotidiano di tipo familiare, sono il contesto di questo contributo. La concretizzazione di questi principi implica, oltre alla presenza di educatori competenti e coinvolti, un coordinamento capace di gestire la complessità delle differenti dimensioni interconnesse dentro e fuori dalle unità residenziali. Il presente lavoro si basa sugli esiti di un percorso di ricerca-formazione che ha coinvolto, a partire dall’anno 2003, i coordinatori delle strutture residenziali di una organizzazione non governativa, la cooperativa sociale La Grande Casa di Sesto San Giovanni (Milano). Tale percorso ha permesso di sviluppare un modello multidimensionale del coordinamento pedagogico delle unitàdi accoglienza residenziale, che permette di comprendere le varie sfaccettature del coordinamento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.