La bovinicoltura italiana sembra aver avviato da tempo una fase di regressione senza ritorno, schiacciata dall’aumento dei costi di produzione che non accennano a invertire tendenza. Non si allenta neppure la tensione relativa all’approvvigionamento degli animali da ingrasso, completamente in mano ai detentori dei broutad francesi, che rappresenta il condizionamento maggiore per la principale filiera del comparto. Tuttavia, nel particolare, le ultime statistiche disponibili ci presentano una zootecnia bovina in crescita in alcune aree quali il Piemonte e alcune regioni meridionali, mentre la sofferenza maggiore sembra relegata a quelle aree dove l’allevamento dipende maggiormente dall’approvvigionamento di capi da ingrasso provenienti dall’estero.
Lanciotti, C., Gli allevamenti 2012, in Rama, D. (ed.), Il mercato della carne bovina. Rapporto 2012, Franco Angeli, Milano 2012: 43- 76 [http://hdl.handle.net/10807/42171]
Gli allevamenti 2012
Lanciotti, Claudia
2012
Abstract
La bovinicoltura italiana sembra aver avviato da tempo una fase di regressione senza ritorno, schiacciata dall’aumento dei costi di produzione che non accennano a invertire tendenza. Non si allenta neppure la tensione relativa all’approvvigionamento degli animali da ingrasso, completamente in mano ai detentori dei broutad francesi, che rappresenta il condizionamento maggiore per la principale filiera del comparto. Tuttavia, nel particolare, le ultime statistiche disponibili ci presentano una zootecnia bovina in crescita in alcune aree quali il Piemonte e alcune regioni meridionali, mentre la sofferenza maggiore sembra relegata a quelle aree dove l’allevamento dipende maggiormente dall’approvvigionamento di capi da ingrasso provenienti dall’estero.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.