Nella seconda metà del Settecento il Teatro Ducale diventa uno dei principali palcoscenici della riforma della danza teatrale, in particolar modo dopo l’arrivo a Milano dei due maggiori coreografi del periodo: Gasparo Angiolini e Jean Georges Noverre. La messa in scena delle loro opere e i loro rispettivi scritti teorici danno vita dal 1773 al 1776 a un’accesa e celebre discussione sul balletto pantomimo che, a prescindere dalle argomentazioni pretestuose e dai semplici giudizi di gusto che dividono sia i due maestri di danza sia i loro rispettivi sostenitori, s’interroga sullo statuto stesso della rappresentazione coreica. Attraverso l’analisi del programma del balletto noverriano “Apelle, e Campaspe o sia il trionfo di Alessandro sopra di se stesso” (messo in scena al Teatro Ducale nell’autunno del 1774 e contraddistinto da un evidente carattere «metacoreico») si mostra sia lo spirito critico che anima la ricerca – tanto pratica che teorica – sulla danza teatrale sia il particolare sistema rappresentativo che emerge da essa.

Aimo, L., La rappresentazione in scena: "Apelle, e Campaspe" di J.G. Noverre (Milano 1774), in Carpani, R., Cascetta, A., Zardin, D. (ed.), La cultura della rappresentazione nella Milano del Settecento. Discontinuità e permanenze., Bulzoni Editore, Roma 2010: 683- 715 [http://hdl.handle.net/10807/42108]

La rappresentazione in scena: "Apelle, e Campaspe" di J.G. Noverre (Milano 1774)

Aimo, Laura
2010

Abstract

Nella seconda metà del Settecento il Teatro Ducale diventa uno dei principali palcoscenici della riforma della danza teatrale, in particolar modo dopo l’arrivo a Milano dei due maggiori coreografi del periodo: Gasparo Angiolini e Jean Georges Noverre. La messa in scena delle loro opere e i loro rispettivi scritti teorici danno vita dal 1773 al 1776 a un’accesa e celebre discussione sul balletto pantomimo che, a prescindere dalle argomentazioni pretestuose e dai semplici giudizi di gusto che dividono sia i due maestri di danza sia i loro rispettivi sostenitori, s’interroga sullo statuto stesso della rappresentazione coreica. Attraverso l’analisi del programma del balletto noverriano “Apelle, e Campaspe o sia il trionfo di Alessandro sopra di se stesso” (messo in scena al Teatro Ducale nell’autunno del 1774 e contraddistinto da un evidente carattere «metacoreico») si mostra sia lo spirito critico che anima la ricerca – tanto pratica che teorica – sulla danza teatrale sia il particolare sistema rappresentativo che emerge da essa.
2010
Italiano
La cultura della rappresentazione nella Milano del Settecento. Discontinuità e permanenze.
978-88-7870-532-6
Bulzoni Editore
Atti del convegno "La cultura della rappresentazione nella Milano del Settecento. Discontinuità e permanenze", Biblioteca Ambrosiana - Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano, 26-28 novembre 2009
Aimo, L., La rappresentazione in scena: "Apelle, e Campaspe" di J.G. Noverre (Milano 1774), in Carpani, R., Cascetta, A., Zardin, D. (ed.), La cultura della rappresentazione nella Milano del Settecento. Discontinuità e permanenze., Bulzoni Editore, Roma 2010: 683- 715 [http://hdl.handle.net/10807/42108]
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