Il volume presenta i risultati conclusivi di un’indagine pluriennale (2010-12) svolta dal Gruppo Scuola dell’Orim che, attraverso metodologie di tipo qualitativo e quantitativo, ha analizzato il processo di integrazione nelle scuole ad alta concentrazione di alunni italiani e stranieri della Lombardia (11-18 anni). Finalità principale della ricerca è stata l’individuazione e l’elaborazione di indicatori significativi per la misurazione dell’integrazione nelle classi multietniche, ovvero quelle con un tasso di incidenza di alunni con cittadinanza non italiana superiore al 30% (limite fissato dalla C.M. 2/2010 del Miur come “soglia di tolleranza” della mixité scolaire). Sempre avvalendosi dei dati della survey svolta nel 2011 in 14 scuole secondarie di I grado in diverse province della Lombardia, in questo volume sono approfondite le due dimensioni principali dell’integrazione scolastica – la riuscita e l’esistenza di forme di discriminazione, intolleranza, tensioni e conflitti tra gli alunni (attraverso analisi multivariate). Sono stati individuate, mediante cluster analysis, tre tipologie di studenti in classi multietniche cui corrispondono percorsi di: 1. “mancata integrazione” (160 soggetti, 15,4% del campione), tipici di soggetti, soprattutto stranieri nati all’estero con evidenti difficoltà sia in ordine all’apprendimento sia sul piano relazionale; 2. “piena integrazione” (515 soggetti, 49,5%), ovvero percorsi positivi e anche di eccellenza (soprattutto per soggetti italiani e spesso femmine), tanto a livello scolastico quanto in ambito relazionale, con i pari e con gli insegnanti; 3. “integrazione parziale” (365 soggetti, 35%), situazione contraddittoria presente soprattutto in soggetti stranieri che vivono buone relazioni, ma non riescono a conseguire esiti scolastici positivi, con una sorta di disgiunzione tra i due obiettivi fondamentali dell’esperienza scolastica, uno cognitivo e l’altro relazionale/emotivo/affettivo. Dall’analisi di regressione lineare multipla che ha considerato la riuscita come variabile dipendente sono emersi 8 fattori (7 correlati positivamente e 1 negativamente) quali: lo status socio-economico della famiglia, l’indice di benessere scolastico, la cittadinanza italiana, il capitale culturale dei genitori, il genere (essere femmine), la motivazione coercitiva (unico predittore negativo), la relazione alunno-insegnante (indice di relazionalità verticale), la progettualità verso il futuro: in totale, queste dimensioni spiegano il 27,2% della varianza complessiva. Rispetto all’indice di tensioni nei rapporti fra pari considerato, a sua volta, variabile dipendente, l’equazione di regressione è risultata composta da 5 variabili indipendenti: l’indice di benessere scolastico (correlato negativamente), il genere (essere femmine, correlato negativamente), le relazioni fra pari in classe (correlato negativamente), la cittadinanza non italiana (unico predittore positivo), l’indice di accettazione dell’immigrato (correlato negativamente). In totale, queste dimensioni spiegano il 17,5% della varianza complessiva. Si è infine costruito un indice di integrazione scolastica, che sintetizza le diverse dimensioni dell’integrazione nelle classi multietniche: le relazioni tra pari in classe, la relazionalità verticale tra alunni-insegnanti, le tensioni tra pari (coinvolgimento in risse, episodi di razzismo, prepotenze), la riuscita scolastica (media dei voti), la competenza linguistica di 2° livello (Italstudio). L’indice presenta un’associazione positiva con le seguenti variabili: genere (sono più integrate le femmine dei maschi); classe (con una diminuzione dalla I alla III media); cittadinanza (sono più integrati gli alunni italiani, a seguire gli stranieri nati in Italia e meno integrati risultano i nati all’estero); l’appartenenza religiosa (con un’integrazione maggiore tra i ragazzi praticanti e di religione cattolica); status socio-economico e capitale culturale di livello elevato; alta soddisfazione dei genitori nei confronti dell’esperienza scolastica dei figli; motivazione allo studio intrinseca ed espressiva; il benessere scolastico; la messa in atto, da parte dei docenti, di misure per l’integrazione e l’accoglienza degli alunni stranieri. Di rilievo è il fatto che, dalle correlazioni statistiche, l’incidenza percentuale degli allievi con cittadinanza non italiana nelle classi multietniche non risulta associata significativamente con il livello di integrazione. La ricerca suggerisce alcuni punti di attenzione per la traduzione degli esiti in orientamenti di politica scolastica: il successo scolastico non va mai disgiunto dalla costruzione di positivi climi scolastici; la percentuale di immigrati non pregiudica livelli alti di integrazione; tutti gli allievi appartenenti a famiglie con uno status socio-economico-culturale basso, indipendentemente dalla nazionalità, vanno facilitati nel raggiungimento di obiettivi minimi di apprendimento; l’attivazione di programmi di educazione interculturale per studenti di diverse origini sono essenziali per accrescere l’integrazione; l’integrazione si realizza contemporaneamente nelle scuole e tra le scuole, in un rapporto di reciproca collaborazione e sinergia.

Colombo, M., Besozzi, E., Santagati, M. (eds.), Misurare l’integrazione nelle classi multietniche, Osservatorio Regionale per l'integrazione e la multietnicità (ORIM), Milano 2013: 168 [http://hdl.handle.net/10807/41802]

Misurare l’integrazione nelle classi multietniche

Colombo, Maddalena;Besozzi, Elena;Santagati, Mariagrazia
2013

Abstract

Il volume presenta i risultati conclusivi di un’indagine pluriennale (2010-12) svolta dal Gruppo Scuola dell’Orim che, attraverso metodologie di tipo qualitativo e quantitativo, ha analizzato il processo di integrazione nelle scuole ad alta concentrazione di alunni italiani e stranieri della Lombardia (11-18 anni). Finalità principale della ricerca è stata l’individuazione e l’elaborazione di indicatori significativi per la misurazione dell’integrazione nelle classi multietniche, ovvero quelle con un tasso di incidenza di alunni con cittadinanza non italiana superiore al 30% (limite fissato dalla C.M. 2/2010 del Miur come “soglia di tolleranza” della mixité scolaire). Sempre avvalendosi dei dati della survey svolta nel 2011 in 14 scuole secondarie di I grado in diverse province della Lombardia, in questo volume sono approfondite le due dimensioni principali dell’integrazione scolastica – la riuscita e l’esistenza di forme di discriminazione, intolleranza, tensioni e conflitti tra gli alunni (attraverso analisi multivariate). Sono stati individuate, mediante cluster analysis, tre tipologie di studenti in classi multietniche cui corrispondono percorsi di: 1. “mancata integrazione” (160 soggetti, 15,4% del campione), tipici di soggetti, soprattutto stranieri nati all’estero con evidenti difficoltà sia in ordine all’apprendimento sia sul piano relazionale; 2. “piena integrazione” (515 soggetti, 49,5%), ovvero percorsi positivi e anche di eccellenza (soprattutto per soggetti italiani e spesso femmine), tanto a livello scolastico quanto in ambito relazionale, con i pari e con gli insegnanti; 3. “integrazione parziale” (365 soggetti, 35%), situazione contraddittoria presente soprattutto in soggetti stranieri che vivono buone relazioni, ma non riescono a conseguire esiti scolastici positivi, con una sorta di disgiunzione tra i due obiettivi fondamentali dell’esperienza scolastica, uno cognitivo e l’altro relazionale/emotivo/affettivo. Dall’analisi di regressione lineare multipla che ha considerato la riuscita come variabile dipendente sono emersi 8 fattori (7 correlati positivamente e 1 negativamente) quali: lo status socio-economico della famiglia, l’indice di benessere scolastico, la cittadinanza italiana, il capitale culturale dei genitori, il genere (essere femmine), la motivazione coercitiva (unico predittore negativo), la relazione alunno-insegnante (indice di relazionalità verticale), la progettualità verso il futuro: in totale, queste dimensioni spiegano il 27,2% della varianza complessiva. Rispetto all’indice di tensioni nei rapporti fra pari considerato, a sua volta, variabile dipendente, l’equazione di regressione è risultata composta da 5 variabili indipendenti: l’indice di benessere scolastico (correlato negativamente), il genere (essere femmine, correlato negativamente), le relazioni fra pari in classe (correlato negativamente), la cittadinanza non italiana (unico predittore positivo), l’indice di accettazione dell’immigrato (correlato negativamente). In totale, queste dimensioni spiegano il 17,5% della varianza complessiva. Si è infine costruito un indice di integrazione scolastica, che sintetizza le diverse dimensioni dell’integrazione nelle classi multietniche: le relazioni tra pari in classe, la relazionalità verticale tra alunni-insegnanti, le tensioni tra pari (coinvolgimento in risse, episodi di razzismo, prepotenze), la riuscita scolastica (media dei voti), la competenza linguistica di 2° livello (Italstudio). L’indice presenta un’associazione positiva con le seguenti variabili: genere (sono più integrate le femmine dei maschi); classe (con una diminuzione dalla I alla III media); cittadinanza (sono più integrati gli alunni italiani, a seguire gli stranieri nati in Italia e meno integrati risultano i nati all’estero); l’appartenenza religiosa (con un’integrazione maggiore tra i ragazzi praticanti e di religione cattolica); status socio-economico e capitale culturale di livello elevato; alta soddisfazione dei genitori nei confronti dell’esperienza scolastica dei figli; motivazione allo studio intrinseca ed espressiva; il benessere scolastico; la messa in atto, da parte dei docenti, di misure per l’integrazione e l’accoglienza degli alunni stranieri. Di rilievo è il fatto che, dalle correlazioni statistiche, l’incidenza percentuale degli allievi con cittadinanza non italiana nelle classi multietniche non risulta associata significativamente con il livello di integrazione. La ricerca suggerisce alcuni punti di attenzione per la traduzione degli esiti in orientamenti di politica scolastica: il successo scolastico non va mai disgiunto dalla costruzione di positivi climi scolastici; la percentuale di immigrati non pregiudica livelli alti di integrazione; tutti gli allievi appartenenti a famiglie con uno status socio-economico-culturale basso, indipendentemente dalla nazionalità, vanno facilitati nel raggiungimento di obiettivi minimi di apprendimento; l’attivazione di programmi di educazione interculturale per studenti di diverse origini sono essenziali per accrescere l’integrazione; l’integrazione si realizza contemporaneamente nelle scuole e tra le scuole, in un rapporto di reciproca collaborazione e sinergia.
2013
Italiano
RINALDI, EMANUELA EMILIA; PEANO CAVASOLA, FRANCESCA; AVIGO, FEDERICA; BONANOMI, ANDREA; COLOMBO, MADDALENA; BESOZZI, ELENA; SANTAGATI, MARIAGRAZIA
9788864471273
Osservatorio Regionale per l'integrazione e la multietnicità (ORIM)
Colombo, M., Besozzi, E., Santagati, M. (eds.), Misurare l’integrazione nelle classi multietniche, Osservatorio Regionale per l'integrazione e la multietnicità (ORIM), Milano 2013: 168 [http://hdl.handle.net/10807/41802]
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