Il saggio propone una lettura unitaria della poetica e della produzione di Mirco Marchelli, prendendone in esame le opere. La personalità creativa dell'autore racchiude infatti in sé talenti e abilità duplici (anzi triplici, se teniamo conto anche del versante poetico-letterario). Il suo punto di partenza è la musica: prima, all'inizio, praticata nelle vesti d'interprete, poi portata avanti – come attività parallela, complementare e integrata a quella di artista visivo – nell'ambito della composizione. Considerare Marchelli separando tali aspetti, o ignorandone uno oppure un altro, sminuisce la forza di un pensiero estetico sfaccettato ma coerente. Anzitutto è possibile individuare una poetica del riuso, ma scevra da ripiegamenti nostalgici o memoriali (e tanto meno da risvolti socio-politici); il materiale di partenza – che sia oggettuale o sonoro – è importante, selezionato in base alle sue molteplici e svariate valenze, e poi sottoposto a un processo di elaborazione intenso e sbrigliato, estroso, imprevedibile, che a volte lo rende quasi irriconoscibile. L'arte di Marchelli infatti non è spontaneistica, bensì estremamente complessa e stratificata. La definizione statutaria delle opere non è avvertita come problema pertinente, sicché vediamo trascolorare con naturalezza la pittura in presenza plastica, l'assemblaggio in installazione, la musica in performance spazializzata, e via dicendo. Gli esiti sono polisensoriali, polisemici, sinestesici.
Bolpagni, P., Mirco Marchelli: artista, compositore, in Bolpagni, P., Povellato, E. (ed.), Mirco Marchelli. Scena muta per nuvole basse. Installazione musicale, dipinti e sculture, Punto Marte, Verona 2013: 73- 75 [http://hdl.handle.net/10807/41716]
Mirco Marchelli: artista, compositore
Bolpagni, Paolo
2013
Abstract
Il saggio propone una lettura unitaria della poetica e della produzione di Mirco Marchelli, prendendone in esame le opere. La personalità creativa dell'autore racchiude infatti in sé talenti e abilità duplici (anzi triplici, se teniamo conto anche del versante poetico-letterario). Il suo punto di partenza è la musica: prima, all'inizio, praticata nelle vesti d'interprete, poi portata avanti – come attività parallela, complementare e integrata a quella di artista visivo – nell'ambito della composizione. Considerare Marchelli separando tali aspetti, o ignorandone uno oppure un altro, sminuisce la forza di un pensiero estetico sfaccettato ma coerente. Anzitutto è possibile individuare una poetica del riuso, ma scevra da ripiegamenti nostalgici o memoriali (e tanto meno da risvolti socio-politici); il materiale di partenza – che sia oggettuale o sonoro – è importante, selezionato in base alle sue molteplici e svariate valenze, e poi sottoposto a un processo di elaborazione intenso e sbrigliato, estroso, imprevedibile, che a volte lo rende quasi irriconoscibile. L'arte di Marchelli infatti non è spontaneistica, bensì estremamente complessa e stratificata. La definizione statutaria delle opere non è avvertita come problema pertinente, sicché vediamo trascolorare con naturalezza la pittura in presenza plastica, l'assemblaggio in installazione, la musica in performance spazializzata, e via dicendo. Gli esiti sono polisensoriali, polisemici, sinestesici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.