Il riconoscimento dell’Autorità palestinese come 'Stato osservatore' all’Assemblea generale delle Nazioni Unite appare destinato a inserire nuovi elementi di complessità nel sistema dei suoi rapporti con lo Stato di Israele, e ad avere ricadute significative negli scenari gravitanti intorno alla regione mediorientale. Per quanto riguarda le relazioni bilaterali fra i vertici dell’Autorità e lo Stato di Israele, il riconoscimento non sembra destinato a modificare in modo sostanziale gli equilibri sul campo. In ambito internazionale, l’irrigidimento della posizione di Gerusalemme rischia di avere riflessi negativi sull’insieme delle relazioni fra lo Stato di Israele e gli Stati Uniti. Un terzo aspetto da tenere in considerazione riguarda gli equilibri interni al mondo politico palestinese. Il fatto che il 2013 sia, in Israele, anno elettorale accentua queste tendenze, spingendo le parti ad arroccarsi e estremizzare le rispettive posture, al fine di capitalizzare i risultati ottenuti in un contesto fortemente polarizzato e di favorirne l’ulteriore irrigidimento.
Pastori, G., Il sì dell’Onu alla Palestina: gli scenari , 2012 [http://hdl.handle.net/10807/39454]
Il sì dell’Onu alla Palestina: gli scenari
Pastori, Gianluca
2012
Abstract
Il riconoscimento dell’Autorità palestinese come 'Stato osservatore' all’Assemblea generale delle Nazioni Unite appare destinato a inserire nuovi elementi di complessità nel sistema dei suoi rapporti con lo Stato di Israele, e ad avere ricadute significative negli scenari gravitanti intorno alla regione mediorientale. Per quanto riguarda le relazioni bilaterali fra i vertici dell’Autorità e lo Stato di Israele, il riconoscimento non sembra destinato a modificare in modo sostanziale gli equilibri sul campo. In ambito internazionale, l’irrigidimento della posizione di Gerusalemme rischia di avere riflessi negativi sull’insieme delle relazioni fra lo Stato di Israele e gli Stati Uniti. Un terzo aspetto da tenere in considerazione riguarda gli equilibri interni al mondo politico palestinese. Il fatto che il 2013 sia, in Israele, anno elettorale accentua queste tendenze, spingendo le parti ad arroccarsi e estremizzare le rispettive posture, al fine di capitalizzare i risultati ottenuti in un contesto fortemente polarizzato e di favorirne l’ulteriore irrigidimento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.