The essay analyses the evolution of Umberto Eco’s semiotics, since its first general formulation in "A Theory of Semiotics". The contribution argues that Eco’s theory has developed through three main periods, progressively recognizing the importance of reference to reality as the key issue in order to understand the functioning of signs and of language. In the first period, using the notion of “encyclopedia”, Eco overcomes the theoretical limits both of structuralism and of information theory, conceiving the semantic system in a new, pragmatic perspective. In the second period, stressing the cooperative role of the reader in the interpretation of texts, Eco gives new centrality to the intentionality of communication. Besides, in this second period, Eco to some extent opposes the idea of “unlimited semiosis”, sustaining that the interpretation of a text cannot violate its structure nor its communicative project. In the third period, with the notion of “cognitive type”, Eco studies how signs are generated in the process of knowing reality. The last part of the essay highlights that, like Peirce’s semiotics, also Eco’s thought, rejecting the thomistic notion of “formal sign”, precludes itself the chance of a completely exhaustive answer to the problem of the relationship between language and reality.

L’articolo ricostruisce l’evoluzione del pensiero semiotico di Umberto Eco a partire dalla sua prima formulazione sistematica nel "Trattato di semiotica generale". Il contributo individua nella teoria di Eco tre grandi periodi, lungo un percorso di progressivo riconoscimento dell’importanza del referente come elemento essenziale per capire il funzionamento dei segni e del linguaggio. Nel primo periodo, attraverso la nozione di “enciclopedia”, Eco oppone alle debolezze dello strutturalismo e della teoria dell’informazione una nuova concezione del sistema semantico in prospettiva pragmatica. Nel secondo periodo, sottolineando il ruolo cooperativo del lettore nell’interpretazione di un testo, Eco mette di nuovo al centro del dibattito disciplinare l’intenzionalità del comunicare, con le soggettività coinvoltevi. Inoltre, in questa seconda fase, sottolineando che le interpretazioni di un testo non possono essere infinite, ma devono rispettarne struttura e progetto comunicativo, Eco comincia in qualche misura a prendere le distanze dall’idea di “semiosi illimitata”. Infine, nel terzo periodo, Eco studia come i segni si generano all’interno del processo conoscitivo del reale. Nell’ultima parte dell’articolo, però, si argomenta come, sulla scia della semiotica di Peirce, rifiutando la nozione tomistica di “segno formale”, Eco si precluda la possibilità di rispondere in maniera davvero esaustiva al problema del rapporto tra realtà e linguaggio.

Braga, P., La semiotica di Umberto Eco, in Bettetini, G., Cigada, S., Raynaud, S., Rigotti, E. (ed.), Semiotica II. Configurazione disciplinare e questioni contemporanee, La Scuola, Brescia 2003: 167- 238 [http://hdl.handle.net/10807/37164]

La semiotica di Umberto Eco

Braga, Paolo
2003

Abstract

The essay analyses the evolution of Umberto Eco’s semiotics, since its first general formulation in "A Theory of Semiotics". The contribution argues that Eco’s theory has developed through three main periods, progressively recognizing the importance of reference to reality as the key issue in order to understand the functioning of signs and of language. In the first period, using the notion of “encyclopedia”, Eco overcomes the theoretical limits both of structuralism and of information theory, conceiving the semantic system in a new, pragmatic perspective. In the second period, stressing the cooperative role of the reader in the interpretation of texts, Eco gives new centrality to the intentionality of communication. Besides, in this second period, Eco to some extent opposes the idea of “unlimited semiosis”, sustaining that the interpretation of a text cannot violate its structure nor its communicative project. In the third period, with the notion of “cognitive type”, Eco studies how signs are generated in the process of knowing reality. The last part of the essay highlights that, like Peirce’s semiotics, also Eco’s thought, rejecting the thomistic notion of “formal sign”, precludes itself the chance of a completely exhaustive answer to the problem of the relationship between language and reality.
2003
Italiano
Semiotica II. Configurazione disciplinare e questioni contemporanee
883501557x
La Scuola
Braga, P., La semiotica di Umberto Eco, in Bettetini, G., Cigada, S., Raynaud, S., Rigotti, E. (ed.), Semiotica II. Configurazione disciplinare e questioni contemporanee, La Scuola, Brescia 2003: 167- 238 [http://hdl.handle.net/10807/37164]
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