La cappella di S. Maria Maggiore nella prima metà del Seicento si pone come uno dei centri più attivi del Nord Italia. Il contributo ne ripercorre la vicenda in un periodo tanto limitato, quanto omogeneo nella sua struttiva linearità. Un'omogeneità di fondo che va ricondotta non solo all'operoso e coerente apporto di Cavaccio, ma anche a tutta una serie di fatti che si susseguono nel segno di una graduale trasformazione ove i referenti — tradizione e modernità, continuità e rinnovamento — sono ben lungi dal giustapporsi in modo radicale. L'indagine, che si sviluppa sulla scorta di una copiosa messe di documenti individuati in circa dieci anni di ricerca, riesce particolarmente significativa in quanto supera i limiti di un'impostazione meramente descrittiva, per porre in evidenza alcuni elementi la cui portata e il cui interesse vanno ben oltre l'area considerata. Questi elementi sono da riferire al rapporto interattivo istituzione-cappella-accademia, allo «spazio» reale della musica liturgica, alle festività principali dell'anno, alla dinamica degli organici, all'uso degli strumenti, all'impiego dei pueri cantores, al repertorio, allo status dei musici, ai codici relativi alla correlazione musica-culto-istituzione-pubblìco

Padoan, M., La musica in S. Maria Maggiore a Bergamo nel periodo di Giovanni Cavaccio (1598-1626), A.M.I.S. (Antiquae Musicae Italicae Studiosi) - Como, Como 1983:<<Contributi musicologici del Centro Ricerche dell'A.M.I.S. - Como>>, 220 [http://hdl.handle.net/10807/36578]

La musica in S. Maria Maggiore a Bergamo nel periodo di Giovanni Cavaccio (1598-1626)

Padoan, Maurizio
1983

Abstract

La cappella di S. Maria Maggiore nella prima metà del Seicento si pone come uno dei centri più attivi del Nord Italia. Il contributo ne ripercorre la vicenda in un periodo tanto limitato, quanto omogeneo nella sua struttiva linearità. Un'omogeneità di fondo che va ricondotta non solo all'operoso e coerente apporto di Cavaccio, ma anche a tutta una serie di fatti che si susseguono nel segno di una graduale trasformazione ove i referenti — tradizione e modernità, continuità e rinnovamento — sono ben lungi dal giustapporsi in modo radicale. L'indagine, che si sviluppa sulla scorta di una copiosa messe di documenti individuati in circa dieci anni di ricerca, riesce particolarmente significativa in quanto supera i limiti di un'impostazione meramente descrittiva, per porre in evidenza alcuni elementi la cui portata e il cui interesse vanno ben oltre l'area considerata. Questi elementi sono da riferire al rapporto interattivo istituzione-cappella-accademia, allo «spazio» reale della musica liturgica, alle festività principali dell'anno, alla dinamica degli organici, all'uso degli strumenti, all'impiego dei pueri cantores, al repertorio, allo status dei musici, ai codici relativi alla correlazione musica-culto-istituzione-pubblìco
1983
Italiano
Monografia o trattato scientifico
Recensione in: "Music & Letters", Vol. 67. No. 1 (Jan., 1986), a cura di Jerome Roche. "Early Music", Vol. 12, No. 3(Aug.,1984), a cura di David Fallows. "Die Musikforschung", Jahrgang 38/ Heft 3 - 1984,a cura di Hellmuth Christian Wolff. "Muzika", XXXI - 1988 - nr. 1 (129), a cura di Elżbieta Zwolińska
Padoan, M., La musica in S. Maria Maggiore a Bergamo nel periodo di Giovanni Cavaccio (1598-1626), A.M.I.S. (Antiquae Musicae Italicae Studiosi) - Como, Como 1983:<<Contributi musicologici del Centro Ricerche dell'A.M.I.S. - Como>>, 220 [http://hdl.handle.net/10807/36578]
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