II presente studio intende proporre un'indagine su alcune problematiche che nel pensiero teorico del Carpani — ad onta dei limiti propri di un'impostazione asistematica — assumono particolare interesse. La peculiarità dell'angolazione prescelta rimanda fondamentalmente alla musica intesa come linguaggio, cioè a dire ad un ambito — tanto ampio quanto articolato — ove i referenti più rilevanti risultano il versante della semanticità e lo statuto dell'esperienza estetica. Ripercorso in questa direzione, il contributo teorico del Carpani se da un lato sembra scontare ampiamente le concezioni elaborate nel Settecento, dall'altro rivela aspetti abbastanza inediti che riscattano il critico da una posizione di riflesso se non meramente ripetitiva. In effetti - ancorché Le Haydine, Le Rossiniane e Le Majeriane siano state pubblicate tra il 1812 e il 1824 - il pensiero del Carpani va, almeno in linea generale, ricondotto alle teorie enunciate nella cultura della seconda metà del secolo XVIII ove s'incontrano vari indirizzi estetici senza soluzioni univoche, dal razionalismo classicista al sensismo, al significativo apporto degli enciclopedisti che rielaborano il classicismo francese sulla scorta delle nuove tendenze espresse dall'empirismo inglese. In questo contesto, così marcatamente variegato e carico di sollecitazioni, il Carpani si muove con un certo agio a testimonianza di un'attenzione e di un impegno davvero singolari nel seguire quanto dibattuto nel vasto orizzonte teorico settecentesco, con particolare riferimento alla produzione d'oltr'alpe.

Padoan, M., Teoresi e storicità nell’estetica musicale di Giuseppe Carpani, in Cavallini Ivan, C. I. (ed.), Studi in onore di Giuseppe Vecchi, Mucchi, Modena 1989: 145- 155 [http://hdl.handle.net/10807/36270]

Teoresi e storicità nell’estetica musicale di Giuseppe Carpani

Padoan, Maurizio
1989

Abstract

II presente studio intende proporre un'indagine su alcune problematiche che nel pensiero teorico del Carpani — ad onta dei limiti propri di un'impostazione asistematica — assumono particolare interesse. La peculiarità dell'angolazione prescelta rimanda fondamentalmente alla musica intesa come linguaggio, cioè a dire ad un ambito — tanto ampio quanto articolato — ove i referenti più rilevanti risultano il versante della semanticità e lo statuto dell'esperienza estetica. Ripercorso in questa direzione, il contributo teorico del Carpani se da un lato sembra scontare ampiamente le concezioni elaborate nel Settecento, dall'altro rivela aspetti abbastanza inediti che riscattano il critico da una posizione di riflesso se non meramente ripetitiva. In effetti - ancorché Le Haydine, Le Rossiniane e Le Majeriane siano state pubblicate tra il 1812 e il 1824 - il pensiero del Carpani va, almeno in linea generale, ricondotto alle teorie enunciate nella cultura della seconda metà del secolo XVIII ove s'incontrano vari indirizzi estetici senza soluzioni univoche, dal razionalismo classicista al sensismo, al significativo apporto degli enciclopedisti che rielaborano il classicismo francese sulla scorta delle nuove tendenze espresse dall'empirismo inglese. In questo contesto, così marcatamente variegato e carico di sollecitazioni, il Carpani si muove con un certo agio a testimonianza di un'attenzione e di un impegno davvero singolari nel seguire quanto dibattuto nel vasto orizzonte teorico settecentesco, con particolare riferimento alla produzione d'oltr'alpe.
1989
Italiano
Studi in onore di Giuseppe Vecchi
88-7000-139-3
Padoan, M., Teoresi e storicità nell’estetica musicale di Giuseppe Carpani, in Cavallini Ivan, C. I. (ed.), Studi in onore di Giuseppe Vecchi, Mucchi, Modena 1989: 145- 155 [http://hdl.handle.net/10807/36270]
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