In Italia c’è una ripresa che funziona ed è quella dell’export. Tra pochi mesi l’export italiano ritornerà infatti, salvo imprevedibili sorprese, agli stessi livelli in valore che aveva raggiunto al culmine del ciclo espansivo precedente l’attuale crisi: nei dodici mesi “scorrevoli” tra ottobre 2007 e settembre 2008 le nostre esportazioni avevano raggiunto un massimo storico a quota 376,5 miliardi di euro. Nei dodici mesi di calendario dell’anno 2010 l’export italiano si è già riportato a 337,6 miliardi e nei primi tre mesi del 2011 ha ulteriormente accelerato, salendo nei dodici mesi “scorrevoli” compresi tra aprile 2010-marzo 2011 a 351,9 miliardi. A questo punto, mancano poco meno di 25 miliardi per tornare ad eguagliare il record ante-crisi. Impresa non difficile, considerando che i primi tre mesi di quest’anno hanno già aggiunto 14 miliardi al dato annuale del 2010. Se il PIL italiano cresce poco, dunque, non è certamente colpa delle imprese esportatrici, che stanno facendo in pieno il loro dovere. Purtroppo stanno crescendo anche le importazioni e quindi il contributo della domanda estera netta al PIL italiano è, in questa fase, limitato. Ma nemmeno in Germania l’export è ormai più motore di crescita come lo è stato lo scorso anno.
Fortis, M., Export: la ripresa che funziona, <<Approfondimenti statistici della Fondazione Edison>>, 2011; 80 (Giugno): 1-4 [http://hdl.handle.net/10807/36151]
Export: la ripresa che funziona
Fortis, Marco
2011
Abstract
In Italia c’è una ripresa che funziona ed è quella dell’export. Tra pochi mesi l’export italiano ritornerà infatti, salvo imprevedibili sorprese, agli stessi livelli in valore che aveva raggiunto al culmine del ciclo espansivo precedente l’attuale crisi: nei dodici mesi “scorrevoli” tra ottobre 2007 e settembre 2008 le nostre esportazioni avevano raggiunto un massimo storico a quota 376,5 miliardi di euro. Nei dodici mesi di calendario dell’anno 2010 l’export italiano si è già riportato a 337,6 miliardi e nei primi tre mesi del 2011 ha ulteriormente accelerato, salendo nei dodici mesi “scorrevoli” compresi tra aprile 2010-marzo 2011 a 351,9 miliardi. A questo punto, mancano poco meno di 25 miliardi per tornare ad eguagliare il record ante-crisi. Impresa non difficile, considerando che i primi tre mesi di quest’anno hanno già aggiunto 14 miliardi al dato annuale del 2010. Se il PIL italiano cresce poco, dunque, non è certamente colpa delle imprese esportatrici, che stanno facendo in pieno il loro dovere. Purtroppo stanno crescendo anche le importazioni e quindi il contributo della domanda estera netta al PIL italiano è, in questa fase, limitato. Ma nemmeno in Germania l’export è ormai più motore di crescita come lo è stato lo scorso anno.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.