Lucio Fontana. Oltre la materia

The assay Lucio Fontana. Beyond the matter was written within one of the five exhibitions that the Fontana Foundation has organized in Milan for the centenary of the birth of the artist. The historical-critical review of his work, encouraged by this circumstance, led not only to a value judgment on his work and to the contribution to the culture of his and our time, but also to a discussion on the identity of the artist. In fact, it allowed to discover and appraise the persistence and continuity or discontinuity of the language, to find that "inner necessity" that, in Fontana, strongly qualified the work creation, not outside but in front of the disciplinary debate and through it and also, however, entering the actual dimension with an "other" potentiality, mysterious. The essay, which also identifies the historical religious themes in his work, is warned about not reduce it to content, never isolating it from that fundamental fact which characterizes the artistic adventure of Fontana: "Life in Art" , as observed by Edoardo Persico in 1936. On the other hand, it is relevant the link of a sacred and religious dimension in the research of the artist not as content, but as a quality of the work. This makes Fontana, who uses the spatial dimension both figuratively and through the sign and gesture, one of the most consistent artists of our time. This is demonstrated by the example that the essay studies carefully, of his work for the design of the V door of the Cathedral of Milan, as design thinking that is part of the gotico d’oltralpe of the cathedral, knowing how to transpose it in the modern sense.

Il saggio Lucio Fontana. Oltre la materia è nato a corredo di una delle cinque mostre che la Fondazione Fontana ha organizzato a Milano per il centenario della nascita dell’artista. La revisione storico-critica della sua opera, che questa circostanza ha favorito, ha comportato non solo un giudizio di valore sulla sua opera, sul contributo offerto alla cultura del suo e nostro tempo, ma anche un affondo sull’identità dell’artista. Ha permesso, infatti, di scoprire e valutare la persistenza e continuità o discontinuità di linguaggio, di individuare quella specie di “necessità interiore” che, in Fontana, qualifica fortemente il farsi dell’opera, non fuori del dibattito disciplinare ma di fronte e attraverso esso e pure, tuttavia, immettendo nella dimensione reale una potenzialità “altra”, misteriosa. Il saggio, che pure individua storicamente la tematica religiosa all’interno della sua opera, è avvertito sul fatto di non ridurla a contenuto, non isolandola mai da quel dato fondamentale che caratterizza l’avventura artistica di Fontana: “la vita nell’arte”, già sottolineata da Edoardo Persico nel 1936. Ciò che conta invece è la pertinenza di una dimensione sacra e religiosa all’interno della stessa ricerca dell’artista non come contenuto, ma come qualità dell’opera. Questo fa di Fontana, che utilizza la dimensione spaziale sia in modo figurativo che attraverso il segno e il gesto, uno dei più coerenti artisti del nostro tempo. Lo dimostra l’esempio del lavoro per la progettazione della V porta del Duomo di Milano, che il saggio studia accuratamente, quale pensiero progettuale che s’inserisce nel gotico d’oltralpe della cattedrale sapendone trasporre modernamente il senso.