Sono ormai lontani i tempi in cui i conti pubblici italiani erano i peggiori a livello mondiale. Il sito internet dell’Economist, infatti, ci informa che il nostro debito pubblico per abitante nel 2013 sarà superato da quelli di Irlanda, USA e Canada e quasi raggiunto da quelli di Francia e Gran Bretagna, mentre soltanto cinque anni fa, nel 2008, i debiti pro capite di tutti questi Paesi erano infinitamente inferiori a quello italiano. Il Global Wealth Databook del Credit Suisse analizza inoltre il rapporto tra debito pubblico e ricchezza finanziaria netta delle famiglie: parametro che sin dall’inizio di questa crisi mondiale abbiamo suggerito di affiancare al tradizionale debito pubblico/PIL, unitamente ad altri indicatori (come il rapporto tra debito pubblico ed entrate statali), per avere un’idea più ampia della sostenibilità finanziaria dei conti delle varie economie. Infatti, il solo indicatore del debito pubblico/PIL non soltanto non ha saputo “catturare” e prevedere le criticità dei dissesti privati di Paesi come USA, Spagna, Irlanda e la loro rapida trasformazione in debito pubblico, ma penalizza enormemente, da sempre, un Paese come l’Italia che ha invece dei “balance sheet” finanziari privati strutturalmente piuttosto buoni, un debito delle famiglie bassissimo ed una posizione finanziaria netta sull’estero accettabile ed assai diversa da economie realmente critiche come Grecia, Irlanda o Spagna.

Fortis, M., Da pecora nera a mosca bianca, <<Approfondimenti statistici della Fondazione Edison>>, 2012; 118 (Ottobre): 1-4 [http://hdl.handle.net/10807/36044]

Da pecora nera a mosca bianca

Fortis, Marco
2012

Abstract

Sono ormai lontani i tempi in cui i conti pubblici italiani erano i peggiori a livello mondiale. Il sito internet dell’Economist, infatti, ci informa che il nostro debito pubblico per abitante nel 2013 sarà superato da quelli di Irlanda, USA e Canada e quasi raggiunto da quelli di Francia e Gran Bretagna, mentre soltanto cinque anni fa, nel 2008, i debiti pro capite di tutti questi Paesi erano infinitamente inferiori a quello italiano. Il Global Wealth Databook del Credit Suisse analizza inoltre il rapporto tra debito pubblico e ricchezza finanziaria netta delle famiglie: parametro che sin dall’inizio di questa crisi mondiale abbiamo suggerito di affiancare al tradizionale debito pubblico/PIL, unitamente ad altri indicatori (come il rapporto tra debito pubblico ed entrate statali), per avere un’idea più ampia della sostenibilità finanziaria dei conti delle varie economie. Infatti, il solo indicatore del debito pubblico/PIL non soltanto non ha saputo “catturare” e prevedere le criticità dei dissesti privati di Paesi come USA, Spagna, Irlanda e la loro rapida trasformazione in debito pubblico, ma penalizza enormemente, da sempre, un Paese come l’Italia che ha invece dei “balance sheet” finanziari privati strutturalmente piuttosto buoni, un debito delle famiglie bassissimo ed una posizione finanziaria netta sull’estero accettabile ed assai diversa da economie realmente critiche come Grecia, Irlanda o Spagna.
2012
Italiano
Fortis, M., Da pecora nera a mosca bianca, <<Approfondimenti statistici della Fondazione Edison>>, 2012; 118 (Ottobre): 1-4 [http://hdl.handle.net/10807/36044]
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