Nel 2011, secondo le ultime stime dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), solo cinque Paesi del G-20 si sono confermati esportatori netti negli scambi di prodotti industriali manufatti non alimentari. Tra questi cinque Paesi figura più che dignitosamente l’Italia, che ha fatto anche registrare la più forte crescita percentuale del proprio surplus, con un +46% sul 2010, davanti a Cina (+27%), Corea del Sud (+20%) e Germania (+17%), mentre l’attivo del Giappone è diminuito (-3%), anche per effetto del terremoto che ha colpito il Paese del Sol Levante lo scorso anno. Il baricentro dell’export mondiale di prodotti industriali non alimentari si è ormai spostato in Asia, dove i nuovi giganti Cina e Corea del Sud detengono ormai congiuntamente un surplus con l’estero superiore di ben 159 miliardi a quello congiunto dei tre esportatori netti di più vecchia industrializzazione Germania, Giappone ed Italia. In questo nuovo mondo l’Italia non potrà mai essere un gigante ma, rispetto ad altre economie industrializzate in netto declino, non sfigurerà affatto, specie se verranno rimossi una serie di freni infrastrutturali, normativi e fiscali senza i quali la competitività delle nostre imprese manifatturiere potrà crescere ulteriormente.
Fortis, M., Italia leader nel G-20 per crescita del surplus manifatturiero, <<Approfondimenti statistici della Fondazione Edison>>, 2012; 114 (Settembre): 1-4 [http://hdl.handle.net/10807/36042]
Italia leader nel G-20 per crescita del surplus manifatturiero
Fortis, Marco
2012
Abstract
Nel 2011, secondo le ultime stime dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), solo cinque Paesi del G-20 si sono confermati esportatori netti negli scambi di prodotti industriali manufatti non alimentari. Tra questi cinque Paesi figura più che dignitosamente l’Italia, che ha fatto anche registrare la più forte crescita percentuale del proprio surplus, con un +46% sul 2010, davanti a Cina (+27%), Corea del Sud (+20%) e Germania (+17%), mentre l’attivo del Giappone è diminuito (-3%), anche per effetto del terremoto che ha colpito il Paese del Sol Levante lo scorso anno. Il baricentro dell’export mondiale di prodotti industriali non alimentari si è ormai spostato in Asia, dove i nuovi giganti Cina e Corea del Sud detengono ormai congiuntamente un surplus con l’estero superiore di ben 159 miliardi a quello congiunto dei tre esportatori netti di più vecchia industrializzazione Germania, Giappone ed Italia. In questo nuovo mondo l’Italia non potrà mai essere un gigante ma, rispetto ad altre economie industrializzate in netto declino, non sfigurerà affatto, specie se verranno rimossi una serie di freni infrastrutturali, normativi e fiscali senza i quali la competitività delle nostre imprese manifatturiere potrà crescere ulteriormente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.