L’economia mondiale sta rallentando vistosamente e la crisi dei debiti sovrani dell'Eurozona non sembra placarsi. E’ soprattutto quest'ultima a pesare come un macigno sull’economia reale, frenando non solo la performance europea ma anche quella del mondo nel suo complesso. L’Eurozona è in crisi non perché abbia un debito privato preoccupante né perché il suo debito pubblico complessivo in rapporto al PIL stia esplodendo; l’Europa paga piuttosto l’assenza di una governance all’altezza della sfida. Negli anni scorsi, quando le loro economie erano alle corde e le loro banche “saltavano” o erano costrette ad essere nazionalizzate, USA e Gran Bretagna hanno messo opportunisticamente fieno in cascina. Corretto o meno che sia questo tipo di comportamento, tali Paesi hanno pagato i loro debiti con “carta” stampata a piene mani dalle rispettive banche centrali, non con soldi “veri”, mentre l’Eurozona era ed è invece tutta presa dal rigorismo tedesco e dall’obiettivo della riduzione dei deficit statali tramite sacrifici “veri” richiesti ai cittadini. Una politica che ha “ingessato” l’economia reale ed ha trasformato la crisi sovrana del “foruncolo” Grecia in un’infezione micidiale che rischia di portare all’amputazione della moneta unica in un euro del Nord e in uno del Sud Europa.
Fortis, M., Dalla crisi dei debiti a quella dell'economia reale, <<Approfondimenti statistici della Fondazione Edison>>, 2012; 93 (Gennaio): 1-4 [http://hdl.handle.net/10807/35518]
Dalla crisi dei debiti a quella dell'economia reale
Fortis, Marco
2012
Abstract
L’economia mondiale sta rallentando vistosamente e la crisi dei debiti sovrani dell'Eurozona non sembra placarsi. E’ soprattutto quest'ultima a pesare come un macigno sull’economia reale, frenando non solo la performance europea ma anche quella del mondo nel suo complesso. L’Eurozona è in crisi non perché abbia un debito privato preoccupante né perché il suo debito pubblico complessivo in rapporto al PIL stia esplodendo; l’Europa paga piuttosto l’assenza di una governance all’altezza della sfida. Negli anni scorsi, quando le loro economie erano alle corde e le loro banche “saltavano” o erano costrette ad essere nazionalizzate, USA e Gran Bretagna hanno messo opportunisticamente fieno in cascina. Corretto o meno che sia questo tipo di comportamento, tali Paesi hanno pagato i loro debiti con “carta” stampata a piene mani dalle rispettive banche centrali, non con soldi “veri”, mentre l’Eurozona era ed è invece tutta presa dal rigorismo tedesco e dall’obiettivo della riduzione dei deficit statali tramite sacrifici “veri” richiesti ai cittadini. Una politica che ha “ingessato” l’economia reale ed ha trasformato la crisi sovrana del “foruncolo” Grecia in un’infezione micidiale che rischia di portare all’amputazione della moneta unica in un euro del Nord e in uno del Sud Europa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.