Questo studio analizza l'atteggiamento del mondo cattolico italiano di fronte all’istituzione di un indipendente Stato ebraico in Palestina all’indomani della seconda guerra mondiale. Il cattolicesimo internazionale e la Santa Sede osservarono a lungo con preoccupazione l’affermazione del movimento sionista. Dopo la fine del secondo conflitto mondiale, tuttavia, di fronte alla sempre più concreta possibilità della nascita di uno Stato ebraico in Terra Santa, il Vaticano concentrò i propri sforzi per assicurare l’internazionalizzazione di Gerusalemme, come previsto dalla Risoluzione 181 delle Nazioni Unite. In questa situazione il cattolicesimo internazionale e, in particolare, quello italiano vennero mobilitati in un’intensa campagna d’opinione a sostegno delle richieste pontificie. Utilizzando una vasta documentazione l’autore ricostruisce i sentimenti, le paure, i condizionamenti e le suggestioni che determinarono l’atteggiamento dei cattolici italiani verso la questione mediorientale tra il 1945 e il 1951. Anni segnati da una faticosa presa di coscienza del dramma della Shoah, da crescenti timori per le possibili infiltrazioni comuniste nel Levante e soprattutto da una diffusa preoccupazione per il destino dei Luoghi Santi cristiani
Zanini, P., «Aria di crociata». I cattolici italiani di fronte alla nascita dello Stato d’Israele (1945-1951), UNICOPLI, Milano 2012:<<Percorsi del Novecento ; 2>>, 263 [http://hdl.handle.net/10807/33151]
«Aria di crociata». I cattolici italiani di fronte alla nascita dello Stato d’Israele (1945-1951)
Zanini, Paolo
2012
Abstract
Questo studio analizza l'atteggiamento del mondo cattolico italiano di fronte all’istituzione di un indipendente Stato ebraico in Palestina all’indomani della seconda guerra mondiale. Il cattolicesimo internazionale e la Santa Sede osservarono a lungo con preoccupazione l’affermazione del movimento sionista. Dopo la fine del secondo conflitto mondiale, tuttavia, di fronte alla sempre più concreta possibilità della nascita di uno Stato ebraico in Terra Santa, il Vaticano concentrò i propri sforzi per assicurare l’internazionalizzazione di Gerusalemme, come previsto dalla Risoluzione 181 delle Nazioni Unite. In questa situazione il cattolicesimo internazionale e, in particolare, quello italiano vennero mobilitati in un’intensa campagna d’opinione a sostegno delle richieste pontificie. Utilizzando una vasta documentazione l’autore ricostruisce i sentimenti, le paure, i condizionamenti e le suggestioni che determinarono l’atteggiamento dei cattolici italiani verso la questione mediorientale tra il 1945 e il 1951. Anni segnati da una faticosa presa di coscienza del dramma della Shoah, da crescenti timori per le possibili infiltrazioni comuniste nel Levante e soprattutto da una diffusa preoccupazione per il destino dei Luoghi Santi cristianiI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.