Un importante strumento di documentazione qui utilizzato è costituito dall’indagine infracensuaria (campionaria) sulla struttura e le produzioni delle aziende agricole relativa al 2007, che fa seguito a quella resa disponibile due anni fa per il 2005. Da tale indagine esce un panorama a luci e ombre per la zootecnia regionale, dove accanto a comparti in rigoglioso sviluppo appaiono realtà più problematiche e anche taluni comparti francamente in difficoltà. Un primo indicatore è fornito dal numero di capi in allevamento, che si contrae per la maggior parte dei comparti, sia pure con entità diversa da caso a caso: tra il censimento del 2000 e l’indagine del 2007, gli ovicaprini allevati in regione si sono ridotti del 13%, i suini del 9%, i bovini del 4,5%, mentre forme minori di allevamenti come quelle dei conigli e degli struzzi sembrano in netta crisi. Per contro si potenzia soprattutto il comparto avicolo, ormai diventato quello più rappresentativo delle realtà emiliano-romagnola in ambito nazionale (mentre tale ruolo apparteneva sino a pochi anni fa al comparto suino) e si mette in evidenza anche il comparto equino, per il quale si trova in Emilia Romagna quasi un decimo delle 37-38 mila aziende allevatrici nazionali.
Rama, D., Lanciotti, C., Le produzioni zootecniche. 2008, in Fanfani, R., Pieri, R. (ed.), Il sistema agro-alimentare dell'Emilia-Romagna. Rapporto 2008, Maggiolli Editore, Santarcangelo di Romagna (RN) 2009: 127- 154 [http://hdl.handle.net/10807/32925]
Le produzioni zootecniche. 2008
Rama, Daniele;Lanciotti, Claudia
2009
Abstract
Un importante strumento di documentazione qui utilizzato è costituito dall’indagine infracensuaria (campionaria) sulla struttura e le produzioni delle aziende agricole relativa al 2007, che fa seguito a quella resa disponibile due anni fa per il 2005. Da tale indagine esce un panorama a luci e ombre per la zootecnia regionale, dove accanto a comparti in rigoglioso sviluppo appaiono realtà più problematiche e anche taluni comparti francamente in difficoltà. Un primo indicatore è fornito dal numero di capi in allevamento, che si contrae per la maggior parte dei comparti, sia pure con entità diversa da caso a caso: tra il censimento del 2000 e l’indagine del 2007, gli ovicaprini allevati in regione si sono ridotti del 13%, i suini del 9%, i bovini del 4,5%, mentre forme minori di allevamenti come quelle dei conigli e degli struzzi sembrano in netta crisi. Per contro si potenzia soprattutto il comparto avicolo, ormai diventato quello più rappresentativo delle realtà emiliano-romagnola in ambito nazionale (mentre tale ruolo apparteneva sino a pochi anni fa al comparto suino) e si mette in evidenza anche il comparto equino, per il quale si trova in Emilia Romagna quasi un decimo delle 37-38 mila aziende allevatrici nazionali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.