Questo contributo propone una declinazione dilemmatica dell’Outdoor Education, assumendo che l’esperienza educativa sia costitutivamente attraversata da tensioni etiche e valoriali non riducibili a sintesi semplici. A partire dal paradigma dell’opposizione polare e dalla figura dell’educazione come “campo dilemmatico”, il testo mostra come le pratiche formative si strutturino lungo assi di tensione che chiedono di essere riconosciuti, resi espliciti e intenzionalmente abitati. In dialogo con la tradizione dell’Outdoor Education, che valorizza ambiente esterno e corporeità, l’outdoor viene reinterpretato come spazio privilegiato per l’esercizio della competenza etica e della responsabilità intergenerazionale, in vista della costruzione di un’identità ecologica. Infine, viene presentata una proposta di “Orienteering ecologico”, in cui la valutazione della prova non si limita alla performance fisica e cognitiva, ma integra le scelte ecologicamente responsabili dei partecipanti , trasformando l’attività in un’occasione formativa privilegiata per interrogare criticamente la relazione tra conoscenza del bene, decisione pratica e assunzione di responsabilità verso il contesto socio-ambientale.
Lanfranchi, L., Il Dilemmatic Approach nell'Outdoor Education. Sapere il bene, fare il bene, in Birbes, C. (ed.), Outdoor Education, ecologie trasformative, competenze per futuri sostenibili. Professionalità in cammino, Pensa MultiMedia, Lecce - Rovato (BS) 2025: <<PEDAGOGIA, SVILUPPO UMANO E AMBIENTE>>, 2025 153- 173 [https://hdl.handle.net/10807/326842]
Il Dilemmatic Approach nell'Outdoor Education. Sapere il bene, fare il bene
Lanfranchi, LucaPrimo
2025
Abstract
Questo contributo propone una declinazione dilemmatica dell’Outdoor Education, assumendo che l’esperienza educativa sia costitutivamente attraversata da tensioni etiche e valoriali non riducibili a sintesi semplici. A partire dal paradigma dell’opposizione polare e dalla figura dell’educazione come “campo dilemmatico”, il testo mostra come le pratiche formative si strutturino lungo assi di tensione che chiedono di essere riconosciuti, resi espliciti e intenzionalmente abitati. In dialogo con la tradizione dell’Outdoor Education, che valorizza ambiente esterno e corporeità, l’outdoor viene reinterpretato come spazio privilegiato per l’esercizio della competenza etica e della responsabilità intergenerazionale, in vista della costruzione di un’identità ecologica. Infine, viene presentata una proposta di “Orienteering ecologico”, in cui la valutazione della prova non si limita alla performance fisica e cognitiva, ma integra le scelte ecologicamente responsabili dei partecipanti , trasformando l’attività in un’occasione formativa privilegiata per interrogare criticamente la relazione tra conoscenza del bene, decisione pratica e assunzione di responsabilità verso il contesto socio-ambientale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



