L’articolo esamina il rapporto fra progresso tecnologico e tendenze patologiche che caratterizzano la relazione dei nativi digitali con il proprio corpo, concentrandosi su questi ultimi, ma gettando anche le basi per un’analisi più ampia delle fragilità strutturali riguardanti tutte le società democratiche, la cui salute è strettamente legata al benessere fisico e mentale dei cittadini. Il mondo virtuale dei social network e social media ha permesso di uscire da condizioni di isolamento locale, creando nuove possibilità di incontro e relazioni, cruciali per permettere a gruppi minoritari o comunque isolati di stabilire legami. Tuttavia, ha anche creato condizioni favorevoli al sorgere di rischi per la salute mentale, causati dall’eccessiva esposizione a canoni sociali – soprattutto estetici – stereotipati e irraggiungibili, che secondo la letteratura psicologica sono strettamente legati allo sviluppo di patologie connesse alla percezione corporea. Piattaforme come Facebook e poi Instagram e TikTok, promosse come agorà virtuali aperte a chiunque, si sono trasformate in brevissimo tempo in sterminati tribunali, dove giurie oceaniche emettono sentenze senza appello su chiunque. Si è spesso abusato del termine “narcisismo”, a voler indicare, più che il vero e proprio disturbo di personalità, un atteggiamento di attenzione maniacale al proprio sé e all’effetto che la propria immagine può provocare nella rete. Tuttavia, se è possibile sostenere che esista una tendenza al controllo maniacale della propria immagine, indifferente all’età, a livello globale, è più appropriato parlare di disturbi della percezione e dell’immagine corporea per descrivere l’epoca in cui viviamo. In un quotidiano caratterizzato dall’incertezza e dalla paura per il futuro dell’umanità e per le sorti del pianeta, l’accanimento sul proprio corpo appare l’unica forma di controllo possibile sulla propria vita. Ne è prova non tanto e non solo l’esplosione di casi di disturbi dell’alimentazione, quanto soprattutto il successo sempre più globale di stili di vita costruiti per essere funzionali agli algoritmi delle piattaforme che, oracoli del presente, sono capaci, attraverso i rimandi rappresentati da condivisioni e apprezzamenti, di permettere a ognuno di sentirsi bene con se stesso.

Russo, E., De Leo, A., Nonostante il mio corpo. Brame di perfezione nel rapporto con il non-umano e crisi democratica, in Enrico Boccioles, E. B., Antonio De Luci, A. D. L. (ed.), Umanità, intelligenza artificiale e sostenibilit, Edizioni Scientifiche Italiane - Napoli, Napoli 2025: <<Quaderni della società italiana del dottorato di ricerca>>, 2 47- 68 [https://hdl.handle.net/10807/325040]

Nonostante il mio corpo. Brame di perfezione nel rapporto con il non-umano e crisi democratica

De Leo, Amalia
Co-primo
Writing – Review & Editing
2025

Abstract

L’articolo esamina il rapporto fra progresso tecnologico e tendenze patologiche che caratterizzano la relazione dei nativi digitali con il proprio corpo, concentrandosi su questi ultimi, ma gettando anche le basi per un’analisi più ampia delle fragilità strutturali riguardanti tutte le società democratiche, la cui salute è strettamente legata al benessere fisico e mentale dei cittadini. Il mondo virtuale dei social network e social media ha permesso di uscire da condizioni di isolamento locale, creando nuove possibilità di incontro e relazioni, cruciali per permettere a gruppi minoritari o comunque isolati di stabilire legami. Tuttavia, ha anche creato condizioni favorevoli al sorgere di rischi per la salute mentale, causati dall’eccessiva esposizione a canoni sociali – soprattutto estetici – stereotipati e irraggiungibili, che secondo la letteratura psicologica sono strettamente legati allo sviluppo di patologie connesse alla percezione corporea. Piattaforme come Facebook e poi Instagram e TikTok, promosse come agorà virtuali aperte a chiunque, si sono trasformate in brevissimo tempo in sterminati tribunali, dove giurie oceaniche emettono sentenze senza appello su chiunque. Si è spesso abusato del termine “narcisismo”, a voler indicare, più che il vero e proprio disturbo di personalità, un atteggiamento di attenzione maniacale al proprio sé e all’effetto che la propria immagine può provocare nella rete. Tuttavia, se è possibile sostenere che esista una tendenza al controllo maniacale della propria immagine, indifferente all’età, a livello globale, è più appropriato parlare di disturbi della percezione e dell’immagine corporea per descrivere l’epoca in cui viviamo. In un quotidiano caratterizzato dall’incertezza e dalla paura per il futuro dell’umanità e per le sorti del pianeta, l’accanimento sul proprio corpo appare l’unica forma di controllo possibile sulla propria vita. Ne è prova non tanto e non solo l’esplosione di casi di disturbi dell’alimentazione, quanto soprattutto il successo sempre più globale di stili di vita costruiti per essere funzionali agli algoritmi delle piattaforme che, oracoli del presente, sono capaci, attraverso i rimandi rappresentati da condivisioni e apprezzamenti, di permettere a ognuno di sentirsi bene con se stesso.
2025
Italiano
Umanità, intelligenza artificiale e sostenibilit
9788849559118
Edizioni Scientifiche Italiane - Napoli
2
Russo, E., De Leo, A., Nonostante il mio corpo. Brame di perfezione nel rapporto con il non-umano e crisi democratica, in Enrico Boccioles, E. B., Antonio De Luci, A. D. L. (ed.), Umanità, intelligenza artificiale e sostenibilit, Edizioni Scientifiche Italiane - Napoli, Napoli 2025: <<Quaderni della società italiana del dottorato di ricerca>>, 2 47- 68 [https://hdl.handle.net/10807/325040]
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