The idea of a “world state” fascinated — and often divided — philosophers, political scientists, historians, jurists and writers throughout the nineteenth and twentieth centuries. This volume traces the emergence, evolution and transformation of a vision that, depending on one’s perspective, appeared either as a utopia of peace, a necessity driven by technological progress, or a radical threat to individual and collective freedom. From the federalist dreams of British imperialism to the cosmopolitan and universalist theories of H. G. Wells and Arnold J. Toynbee; from the totalitarian anticipations of Ernst Jünger to the refined legal thought of Hans Kelsen and Alexandre Kojève; from Carl Schmitt’s radical rejection to the reformist proposals of classical realist authors, the book — through the contributions of scholars from diverse backgrounds — provides a critical map of a vast and multifaceted debate. Rather than a fully formed or immediately attainable political project, the world state emerges as a powerful lens through which to explore the history of ideas, the metamorphoses of sovereignty, and the dilemmas of power in the global age.
L’idea di “Stato mondiale” ha affascinato, e spesso diviso, filosofi, politologi, storici, giuristi e scrittori tra Otto e Novecento. Il volume ricostruisce la nascita, gli sviluppi e le trasformazioni di una visione che, a seconda degli sguardi, è apparsa come un’utopia di pace, una necessità imposta dal progresso tecnico o una minaccia radicale alla libertà individuale e collettiva. Dai sogni federativi dell’imperialismo britannico alla visione cosmopolitica e universalistica di H. G. Wells e Arnold J. Toynbee, dalle prefigurazioni totalizzanti di Ernst Jünger alle sofisticate elaborazioni giuridiche di Hans Kelsen e Alexandre Kojève, fino al rifiuto radicale di Carl Schmitt o ai progetti riformatori di alcuni autori del realismo classico, il libro – attraverso il contributo di studiosi e studiose di diversa formazione – offre una mappa critica di un dibattito vasto e articolato. Lo Stato mondiale, più che un disegno politico compiuto o immediatamente realizzabile, si rivela così una lente preziosa per osservare in controluce la storia delle idee, le metamorfosi della sovranità e i dilemmi del potere nell’età globale.
Castellin, L. G., Palano, D. (eds.), Pensare lo Stato mondiale. Un'idea politica tra Otto e Novecento, Carocci Editore, Roma 2025: 272 [https://hdl.handle.net/10807/324039]
Pensare lo Stato mondiale. Un'idea politica tra Otto e Novecento
Castellin, Luca Gino
;Palano, Damiano
2025
Abstract
L’idea di “Stato mondiale” ha affascinato, e spesso diviso, filosofi, politologi, storici, giuristi e scrittori tra Otto e Novecento. Il volume ricostruisce la nascita, gli sviluppi e le trasformazioni di una visione che, a seconda degli sguardi, è apparsa come un’utopia di pace, una necessità imposta dal progresso tecnico o una minaccia radicale alla libertà individuale e collettiva. Dai sogni federativi dell’imperialismo britannico alla visione cosmopolitica e universalistica di H. G. Wells e Arnold J. Toynbee, dalle prefigurazioni totalizzanti di Ernst Jünger alle sofisticate elaborazioni giuridiche di Hans Kelsen e Alexandre Kojève, fino al rifiuto radicale di Carl Schmitt o ai progetti riformatori di alcuni autori del realismo classico, il libro – attraverso il contributo di studiosi e studiose di diversa formazione – offre una mappa critica di un dibattito vasto e articolato. Lo Stato mondiale, più che un disegno politico compiuto o immediatamente realizzabile, si rivela così una lente preziosa per osservare in controluce la storia delle idee, le metamorfosi della sovranità e i dilemmi del potere nell’età globale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



