Al termine della Seconda guerra mondiale, 14 milioni di tedeschi erano rimasti senza casa, più della metà erano bambini (Gumirato, 2023). La separazione dalle figure genitoriali, a causa di lutti o deportazioni, rappresentava un trauma irreversibile che si sarebbe manifestato non solo a livello delle singole esistenze, ma anche in termini più ampi, con conseguenze nefaste per la tenuta del tessuto sociale della nazione. Il timore che la condizione fisica e mentale dei bambini portasse a un inevitabile tracollo della civiltà europea, favorì lo sviluppo di attività filantropiche per soddisfare i bisogni materiali, ma soprattutto quelli educativi e sociali. All’interno di questo contesto si situa l’attività dello scrittore e giornalista tedesco Erich Kästner (1899-1974). Nel 1957 si dedicò alla stesura del testo autobiografico "Als ich ein kleiner Junge war" ("Quando ero bambino", trad. italiana di Elisabetta Terigi, 2009). Vincitore nel 1960 del premio Hans Christian Andersen, il testo è un profondo investimento sul pensiero bambino. Kästner fa rivivere lo sguardo penetrante dell'infanzia sul comportamento e sulle strutture sociali del mondo degli adulti, offrendo al lettore acuti spunti di riflessione sul senso di responsabilità di un bambino nei confronti di una famiglia che agli inizi del Novecento viveva in ristrettezze economiche e su come la cultura e in particolare la lettura possano rappresentare le chiavi per ribaltare le sorti dell’esistenza. L’analisi della biografia dello scrittore ha messo così in evidenza punti di contatto significativi con l’operato di educazione alla lettura portato avanti una volta diventato adulto: oltre a fondare la maggior parte del suo lavoro su ideali democratici e antimilitaristi, dagli anni Venti si dedicò assiduamente alla letteratura per ragazzi, attraverso la pubblicazione di opere considerate ancora oggi dei classici, come "Emil e i detective" (1929), "Antonio e Virgoletta" (1931), "La classe volante" (1933), "La doppia Carlotta" (1949) o “La conferenza degli animali” (1949). Inoltre, dopo la guerra prese parte alla missione solidale di molti intellettuali tedeschi per rifondare le sorti culturali della Germania, partendo proprio dai più giovani. Il seguente contributo intende ricostruire l’attività di educazione e promozione della lettura portata avanti dall’autore nel secondo dopoguerra (Bode, 1999), partendo dall’analisi approfondita della sua autobiografia d’infanzia, per approdare alla ricostruzione delle principali iniziative dedicate al libro e alla lettura, che gli permisero di intervenire sul piano dei bisogni primari ed essenziali alla sopravvivenza, ma anche e soprattutto su un piano etico e morale, in modo da ristabilire valori come la pace, la fratellanza e la solidarietà per un’infanzia che era stata drammaticamente piegata dal conflitto.
Gumirato, C., "Il bambino della Königsbrücker Straβe": Erich Kӓstner e il potere salvifico della lettura, in Acone L, A. L., Carlomagno N, C. N., Corbi E, C. E., Antonia Cunti, M. D. M. L. I., Marone F, M. F., Musello M, M. M., Perillo P, P. P., Santoianni F, S. F., Sirignano F. M, S. F. M., Striano M, S. M., Strollo M. R, S. M. R., Tafuri D, T. D., Malavasi P, M. P. (ed.), Ricerca e progettazione pedagogica per contrastare povertà educative e dispersione scolastica. A 100 anni dalla nascita di Alberto Manzi, Pensa MultiMedia, Lecce 2025: 581- 585 [https://hdl.handle.net/10807/320578]
"Il bambino della Königsbrücker Straβe": Erich Kӓstner e il potere salvifico della lettura
Gumirato, Cristina
2025
Abstract
Al termine della Seconda guerra mondiale, 14 milioni di tedeschi erano rimasti senza casa, più della metà erano bambini (Gumirato, 2023). La separazione dalle figure genitoriali, a causa di lutti o deportazioni, rappresentava un trauma irreversibile che si sarebbe manifestato non solo a livello delle singole esistenze, ma anche in termini più ampi, con conseguenze nefaste per la tenuta del tessuto sociale della nazione. Il timore che la condizione fisica e mentale dei bambini portasse a un inevitabile tracollo della civiltà europea, favorì lo sviluppo di attività filantropiche per soddisfare i bisogni materiali, ma soprattutto quelli educativi e sociali. All’interno di questo contesto si situa l’attività dello scrittore e giornalista tedesco Erich Kästner (1899-1974). Nel 1957 si dedicò alla stesura del testo autobiografico "Als ich ein kleiner Junge war" ("Quando ero bambino", trad. italiana di Elisabetta Terigi, 2009). Vincitore nel 1960 del premio Hans Christian Andersen, il testo è un profondo investimento sul pensiero bambino. Kästner fa rivivere lo sguardo penetrante dell'infanzia sul comportamento e sulle strutture sociali del mondo degli adulti, offrendo al lettore acuti spunti di riflessione sul senso di responsabilità di un bambino nei confronti di una famiglia che agli inizi del Novecento viveva in ristrettezze economiche e su come la cultura e in particolare la lettura possano rappresentare le chiavi per ribaltare le sorti dell’esistenza. L’analisi della biografia dello scrittore ha messo così in evidenza punti di contatto significativi con l’operato di educazione alla lettura portato avanti una volta diventato adulto: oltre a fondare la maggior parte del suo lavoro su ideali democratici e antimilitaristi, dagli anni Venti si dedicò assiduamente alla letteratura per ragazzi, attraverso la pubblicazione di opere considerate ancora oggi dei classici, come "Emil e i detective" (1929), "Antonio e Virgoletta" (1931), "La classe volante" (1933), "La doppia Carlotta" (1949) o “La conferenza degli animali” (1949). Inoltre, dopo la guerra prese parte alla missione solidale di molti intellettuali tedeschi per rifondare le sorti culturali della Germania, partendo proprio dai più giovani. Il seguente contributo intende ricostruire l’attività di educazione e promozione della lettura portata avanti dall’autore nel secondo dopoguerra (Bode, 1999), partendo dall’analisi approfondita della sua autobiografia d’infanzia, per approdare alla ricostruzione delle principali iniziative dedicate al libro e alla lettura, che gli permisero di intervenire sul piano dei bisogni primari ed essenziali alla sopravvivenza, ma anche e soprattutto su un piano etico e morale, in modo da ristabilire valori come la pace, la fratellanza e la solidarietà per un’infanzia che era stata drammaticamente piegata dal conflitto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



