Il contributo pone l’attenzione sulla valenza pedagogica del metodo agazziano, un sistema didattico che, prendendo le mosse anche da un’attenta lettura del contesto sociale coevo, mostrò un vivo interesse nei confronti dei bisogni educativi dei bambini provenienti dai ceti popolari. Sul finire dell’Ottocento, nel più generale clima di ripensamento dell’idea di infanzia, Pietro Pasquali, fortemente convinto che «la scuola del popolo» non dovesse distinguere «ricco da povero, educando entrambi per la libertà, per l’indipendenza e l’eguaglianza» (Pasquali 1898), avvertì l’urgenza di dare avvio a una radicale trasformazione anche delle istituzioni prescolastiche. Sulla scorta degli ideali del socialismo umanitario che lo ispirava e persuaso che ai fanciulli che vivevano nelle zone rurali, per lo più connotate da una situazione di endemica povertà, dovessero essere offerte le stesse opportunità dei loro coetanei più fortunati, nel 1895, insieme alle sorelle Rosa e Carolina Agazzi, diede vita a Mompiano a un «nuovo asilo» (Id. 1903). L’azione emancipatrice dell’educazione, nel pensiero di Pasquali e delle Agazzi, doveva assumere la forma del “dirozzamento” delle plebi, al fine di promuovere una più generale rinascita sanitaria, morale e sociale del Paese. Alla luce di queste idealità, le attività svolte nell’asilo di Mompiano ruotavano, come è noto, attorno ad alcune occupazioni atte a fare radicare la consuetudine alle basilari norme igieniche, a incoraggiare il rispetto dell’ordine, a favorire la socialità, a promuovere l’apprendimento della lingua italiana e a stimolare la capacità di osservazione e di concentrazione. Tali finalità erano raggiunte grazie all’opera della maestra, che doveva comportarsi con gli alunni come avrebbe fatto ogni brava madre con i propri figli, e all’uso delle cianfrusaglie, destinate ad avere ampia fortuna. Non mancano gli studi che, indagando i principi fondanti e gli sviluppi dell’esperienza agazziana, hanno posto l’attenzione sull’importanza assegnata da Pasquali e dalle Agazzi all’istruzione infantile come mezzo di riscatto da situazioni di povertà morale e materiale. Tuttavia lo spoglio della documentazione conservata presso l’Istituto Pasquali-Agazzi di Mompiano ha consentito di rintracciare alcuni scritti di Pasquali, non ancora adeguatamente valorizzati dalla storiografia, che forniscono ulteriori elementi utili a lumeggiare la centralità della finalità civilizzatrice da lui attribuita alle istituzioni prescolastiche nei contesti rurali. Questa ricerca dà risalto a questi scritti e mettere altresì in luce come alcuni valori pedagogici messi in circolazione più di un secolo fa da Pasquali e messi in pratica dalle Agazzi possano ispirare ancora oggi la progettazione e la sperimentazione di buone prassi finalizzate al contrasto delle povertà educative.

Bressanelli, R. G., «La scuola del popolo non distingue ricco da povero, educando entrambi per la libertà, per l’indipendenza e l’eguaglianza»: l’opera di Pasquali e delle sorelle Agazzi a favore dell’infanzia, in Acone, L., Carlomagno, N., Corbi, E., Cunti, A., D’Ambrosio, M., Iavarone, M., Marone, F., Musello, M., Perillo, P., Santoianni, F., Sirignano, F. M., Striano, M., Strollo, M., Tafuri, D., Malavasi, P. (ed.), Ricerca e progettazione pedagogica per contrastare povertà educative e dispersione scolastica. A 100 anni dalla nascita di Alberto Manzi, Pensa MultiMedia, Lecce 2025: 555- 559 [https://hdl.handle.net/10807/318179]

«La scuola del popolo non distingue ricco da povero, educando entrambi per la libertà, per l’indipendenza e l’eguaglianza»: l’opera di Pasquali e delle sorelle Agazzi a favore dell’infanzia

Bressanelli, Renata Giovanna
2025

Abstract

Il contributo pone l’attenzione sulla valenza pedagogica del metodo agazziano, un sistema didattico che, prendendo le mosse anche da un’attenta lettura del contesto sociale coevo, mostrò un vivo interesse nei confronti dei bisogni educativi dei bambini provenienti dai ceti popolari. Sul finire dell’Ottocento, nel più generale clima di ripensamento dell’idea di infanzia, Pietro Pasquali, fortemente convinto che «la scuola del popolo» non dovesse distinguere «ricco da povero, educando entrambi per la libertà, per l’indipendenza e l’eguaglianza» (Pasquali 1898), avvertì l’urgenza di dare avvio a una radicale trasformazione anche delle istituzioni prescolastiche. Sulla scorta degli ideali del socialismo umanitario che lo ispirava e persuaso che ai fanciulli che vivevano nelle zone rurali, per lo più connotate da una situazione di endemica povertà, dovessero essere offerte le stesse opportunità dei loro coetanei più fortunati, nel 1895, insieme alle sorelle Rosa e Carolina Agazzi, diede vita a Mompiano a un «nuovo asilo» (Id. 1903). L’azione emancipatrice dell’educazione, nel pensiero di Pasquali e delle Agazzi, doveva assumere la forma del “dirozzamento” delle plebi, al fine di promuovere una più generale rinascita sanitaria, morale e sociale del Paese. Alla luce di queste idealità, le attività svolte nell’asilo di Mompiano ruotavano, come è noto, attorno ad alcune occupazioni atte a fare radicare la consuetudine alle basilari norme igieniche, a incoraggiare il rispetto dell’ordine, a favorire la socialità, a promuovere l’apprendimento della lingua italiana e a stimolare la capacità di osservazione e di concentrazione. Tali finalità erano raggiunte grazie all’opera della maestra, che doveva comportarsi con gli alunni come avrebbe fatto ogni brava madre con i propri figli, e all’uso delle cianfrusaglie, destinate ad avere ampia fortuna. Non mancano gli studi che, indagando i principi fondanti e gli sviluppi dell’esperienza agazziana, hanno posto l’attenzione sull’importanza assegnata da Pasquali e dalle Agazzi all’istruzione infantile come mezzo di riscatto da situazioni di povertà morale e materiale. Tuttavia lo spoglio della documentazione conservata presso l’Istituto Pasquali-Agazzi di Mompiano ha consentito di rintracciare alcuni scritti di Pasquali, non ancora adeguatamente valorizzati dalla storiografia, che forniscono ulteriori elementi utili a lumeggiare la centralità della finalità civilizzatrice da lui attribuita alle istituzioni prescolastiche nei contesti rurali. Questa ricerca dà risalto a questi scritti e mettere altresì in luce come alcuni valori pedagogici messi in circolazione più di un secolo fa da Pasquali e messi in pratica dalle Agazzi possano ispirare ancora oggi la progettazione e la sperimentazione di buone prassi finalizzate al contrasto delle povertà educative.
2025
Italiano
Ricerca e progettazione pedagogica per contrastare povertà educative e dispersione scolastica. A 100 anni dalla nascita di Alberto Manzi
979‐12‐5568‐324‐7
Pensa MultiMedia
Bressanelli, R. G., «La scuola del popolo non distingue ricco da povero, educando entrambi per la libertà, per l’indipendenza e l’eguaglianza»: l’opera di Pasquali e delle sorelle Agazzi a favore dell’infanzia, in Acone, L., Carlomagno, N., Corbi, E., Cunti, A., D’Ambrosio, M., Iavarone, M., Marone, F., Musello, M., Perillo, P., Santoianni, F., Sirignano, F. M., Striano, M., Strollo, M., Tafuri, D., Malavasi, P. (ed.), Ricerca e progettazione pedagogica per contrastare povertà educative e dispersione scolastica. A 100 anni dalla nascita di Alberto Manzi, Pensa MultiMedia, Lecce 2025: 555- 559 [https://hdl.handle.net/10807/318179]
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