Il saggio indaga l’apporto offerto dal metodo froebeliano al processo di emancipazione delle prassi educative degli asili italiani del primo Novecento. Le ricerche sinora condotte si sono concentrate per lo più sulla ricezione di questo modello didattico nel corso del XIX secolo, facendo emergere l’impatto che esso ebbe sul dibattito pedagogico del tempo. Gli studiosi hanno messo in luce che, sul finire dell’Ottocento, negli ambienti educativi del nostro Paese, si era giunti ad ammettere il fallimento dell’aportismo e la validità del froebelismo. Pur constatando la difficoltà di tradurre quest’ultimo in indicazioni funzionali all’indole dei bambini italiani, si reputava che esso fosse più attento alla peculiarità dell’infanzia. Sulla scorta di queste riflessioni, il contributo illustra i successivi sviluppi dell’assimilazione del pensiero di Froebel in Italia, indagando se e in che misura esso influì sull’azione educativa degli asili all’alba del XX secolo, quando, nel panorama nazionale, iniziavano a farsi strada anche altri indirizzi didattici, destinati anch’essi a segnare la storia dell’educazione infantile (si pensi alle Case dei bambini di Maria Montessori). In particolare, si mettere in luce un aspetto non ancora adeguatamente studiato, ovvero i consensi che, agli inizi del Novecento, il metodo froebeliano raccolse anche tra i cattolici che, fino a quel momento, avevano per lo più assunto nei suoi confronti un atteggiamento guardingo, a tratti ostile. La ricerca valorizza la pubblicistica coeva di settore e, in particolare, i due periodici cattolici per i maestri e le educatrici infantili «Scuola Italiana Moderna» e «Pro Infantia». Questa analisi fa emergere il ruolo chiave che, in quegli anni, le due riviste dell’editrice La Scuola assegnarono all’indirizzo froebeliano, giudicato come il più consono a rispondere alla nuova idea di infanzia e di asilo che si era fatta strada tra Otto e Novecento. Esse, infatti, ritenevano che, grazie a quel modello didattico, gli istituti infantili potessero affrancarsi sia dalla connotazione benefica e assistenzialistica che li aveva caratterizzati sin dal loro sorgere sia da quella “scolasticistica” in cui erano degenerati in virtù di un’inadeguata applicazione della lezione aportiana, per assumerne una più squisitamente educativa. Si è fatto altresì luce sulle ragioni per le quali l’ottocentesco metodo straniero venne più apprezzato (nel primo ventennio del XX secolo) dei coevi metodi squisitamente italiani, ovvero quello di Pietro Pasquali e delle sorelle Agazzi, che nel loro asilo di Mompiano applicavano un froebelismo riformato, e quello della pedagogia scientifica della Montessori.

Bressanelli, R. G., La ricezione del metodo froebeliano in Italia e l’emancipazione delle prassi educative infantili nel primo Novecento, in Fabbri, L., Melacarne, C., Malavasi, P. (ed.), Ricerca, servizi, politiche territoriali pedagogiche. Trasformative, innovative, emancipative, Pensa MultiMedia, Lecce 2025: 514- 520 [https://hdl.handle.net/10807/318178]

La ricezione del metodo froebeliano in Italia e l’emancipazione delle prassi educative infantili nel primo Novecento

Bressanelli, Renata Giovanna
2025

Abstract

Il saggio indaga l’apporto offerto dal metodo froebeliano al processo di emancipazione delle prassi educative degli asili italiani del primo Novecento. Le ricerche sinora condotte si sono concentrate per lo più sulla ricezione di questo modello didattico nel corso del XIX secolo, facendo emergere l’impatto che esso ebbe sul dibattito pedagogico del tempo. Gli studiosi hanno messo in luce che, sul finire dell’Ottocento, negli ambienti educativi del nostro Paese, si era giunti ad ammettere il fallimento dell’aportismo e la validità del froebelismo. Pur constatando la difficoltà di tradurre quest’ultimo in indicazioni funzionali all’indole dei bambini italiani, si reputava che esso fosse più attento alla peculiarità dell’infanzia. Sulla scorta di queste riflessioni, il contributo illustra i successivi sviluppi dell’assimilazione del pensiero di Froebel in Italia, indagando se e in che misura esso influì sull’azione educativa degli asili all’alba del XX secolo, quando, nel panorama nazionale, iniziavano a farsi strada anche altri indirizzi didattici, destinati anch’essi a segnare la storia dell’educazione infantile (si pensi alle Case dei bambini di Maria Montessori). In particolare, si mettere in luce un aspetto non ancora adeguatamente studiato, ovvero i consensi che, agli inizi del Novecento, il metodo froebeliano raccolse anche tra i cattolici che, fino a quel momento, avevano per lo più assunto nei suoi confronti un atteggiamento guardingo, a tratti ostile. La ricerca valorizza la pubblicistica coeva di settore e, in particolare, i due periodici cattolici per i maestri e le educatrici infantili «Scuola Italiana Moderna» e «Pro Infantia». Questa analisi fa emergere il ruolo chiave che, in quegli anni, le due riviste dell’editrice La Scuola assegnarono all’indirizzo froebeliano, giudicato come il più consono a rispondere alla nuova idea di infanzia e di asilo che si era fatta strada tra Otto e Novecento. Esse, infatti, ritenevano che, grazie a quel modello didattico, gli istituti infantili potessero affrancarsi sia dalla connotazione benefica e assistenzialistica che li aveva caratterizzati sin dal loro sorgere sia da quella “scolasticistica” in cui erano degenerati in virtù di un’inadeguata applicazione della lezione aportiana, per assumerne una più squisitamente educativa. Si è fatto altresì luce sulle ragioni per le quali l’ottocentesco metodo straniero venne più apprezzato (nel primo ventennio del XX secolo) dei coevi metodi squisitamente italiani, ovvero quello di Pietro Pasquali e delle sorelle Agazzi, che nel loro asilo di Mompiano applicavano un froebelismo riformato, e quello della pedagogia scientifica della Montessori.
2025
Italiano
Ricerca, servizi, politiche territoriali pedagogiche. Trasformative, innovative, emancipative
979-12-5568-309-4
Pensa MultiMedia
Bressanelli, R. G., La ricezione del metodo froebeliano in Italia e l’emancipazione delle prassi educative infantili nel primo Novecento, in Fabbri, L., Melacarne, C., Malavasi, P. (ed.), Ricerca, servizi, politiche territoriali pedagogiche. Trasformative, innovative, emancipative, Pensa MultiMedia, Lecce 2025: 514- 520 [https://hdl.handle.net/10807/318178]
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