Il contributo approfondisce il ruolo dei regolamenti comunali come strumenti chiave per l’attuazione dell’“amministrazione condivisa”, intesa come forma evoluta di collaborazione tra pubbliche amministrazioni e Terzo settore, in attuazione del principio di sussidiarietà previsto dagli artt. 2 e 118 della Costituzione. Dopo aver delineato il contesto normativo – dal Codice del Terzo settore (d.lgs. 117/2017) alla sentenza della Corte Costituzionale n. 131/2020 e al decreto ministeriale 72/2021 – l’autore analizza due ambiti di applicazione dei regolamenti comunali: la gestione condivisa dei beni comuni (con capofila l’esperienza bolognese promossa da Labsus) e la co-programmazione/co-progettazione dei servizi sociali (con esempi significativi come Brescia e Milano). L’autonomia regolamentare degli enti locali emerge come leva fondamentale per dare forma concreta all’amministrazione condivisa, pur in assenza di obblighi normativi. I regolamenti sono presentati non solo come strumenti tecnici, ma anche come dispositivi di innovazione istituzionale e partecipazione civica, capaci di stimolare un’amministrazione più collaborativa, trasparente e vicina ai bisogni del territorio. Il testo propone infine una riflessione sulle sfide future, tra cui la necessità di regolamenti “d’ambito” e di una maggiore diffusione del modello nei territori, anche grazie a iniziative di formazione e a regolamenti-tipo che aiutino i Comuni meno strutturati.
Severgnini, F., I regolamenti degli enti locali come strumenti di innovazione per l’amministrazione condivisa, in Barbara Boschett, B. B. (ed.), L’AMMINISTRAZIONE CONDIVISACOME LABORATORIO DI INNOVAZIONE, Editoriale scientifica, Napoli 2025: 225- 240 [https://hdl.handle.net/10807/316997]
I regolamenti degli enti locali come strumenti di innovazione per l’amministrazione condivisa
Severgnini, Francesco
Primo
2025
Abstract
Il contributo approfondisce il ruolo dei regolamenti comunali come strumenti chiave per l’attuazione dell’“amministrazione condivisa”, intesa come forma evoluta di collaborazione tra pubbliche amministrazioni e Terzo settore, in attuazione del principio di sussidiarietà previsto dagli artt. 2 e 118 della Costituzione. Dopo aver delineato il contesto normativo – dal Codice del Terzo settore (d.lgs. 117/2017) alla sentenza della Corte Costituzionale n. 131/2020 e al decreto ministeriale 72/2021 – l’autore analizza due ambiti di applicazione dei regolamenti comunali: la gestione condivisa dei beni comuni (con capofila l’esperienza bolognese promossa da Labsus) e la co-programmazione/co-progettazione dei servizi sociali (con esempi significativi come Brescia e Milano). L’autonomia regolamentare degli enti locali emerge come leva fondamentale per dare forma concreta all’amministrazione condivisa, pur in assenza di obblighi normativi. I regolamenti sono presentati non solo come strumenti tecnici, ma anche come dispositivi di innovazione istituzionale e partecipazione civica, capaci di stimolare un’amministrazione più collaborativa, trasparente e vicina ai bisogni del territorio. Il testo propone infine una riflessione sulle sfide future, tra cui la necessità di regolamenti “d’ambito” e di una maggiore diffusione del modello nei territori, anche grazie a iniziative di formazione e a regolamenti-tipo che aiutino i Comuni meno strutturati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



