Il problema di integrare fra loro l'economia internazionale "reale", "monetaria" e "finanziaria", nonostante tentativi interessanti, è rimasto sostanzialmente irrisolto. Nei modelli di teoria pura del commercio internazionale, il valore delle esportazioni coincide col valore delle importazioni: lo scambio, anche se realizzato utilizzando moneta come mezzo di pagamento, rimane fondamentalmente baratto. Nelle analisi macroeconomiche, viceversa, si presta direttamente attenzione alla differenza fra produzione e assorbimento interno, che per definizione corrisponde al saldo corrente, senza analizzare i processi decisionali relativi agli scambi internazionali di beni e servizi. La dimensione finanziaria degli scambi internazionali, a sua volta, tende ad essere guardata da una angolatura ancora differente. Senza la pretesa di risolvere la questione, in questo lavoro si propongono, in maniera critica-comparativa, alcune fra le più interessanti prospettive di integrazione fra dimensioni mico, macro e finanziaria delle relazioni internazionali. Una prima prospettiva considera i disavanzi con l’estero come la conseguenza di scelte intertemporali da parte degli operatori.ragione della insoddisfazione con questo approccio è la seguente: esso prescinde dalla esistenza di una "moneta" vera e propria. Gli strumenti monetari potrebbero benissimo non esistere, in quanto le decisioni vengono adottate, in un certo senso, “fuori” dal tempo (sostanzialmente, "prima" che il tempo stesso si dipani). Nel tentativo di superare questa insoddisfazione, il lavoro presenta (§2) le conseguenze dell’introduzione di una moneta vera e propria, mezzo di pagamento in quanto fondo di valore, nell’ambito di modelli tradizionali di tipo “reale”, in cui i beni vengono prodotti, scambiati e consumati in un orizzonte multiperiodale.Una ulteriore pista di lavoro (§3) consiste nel mettere a fuoco il ruolo della disponibilità di mezzi di pagamento internazionali nelle scelte strutturali di indebitamento finalizzate alla accumulazione di capacità produttiva. Un aspetto importante delle relazioni economiche internazionali che sfugge ai modelli "reale" sopra presentati ruguarda l’asimmetria di funzionamento dei mercati dei beni commerciabili e non commerciabili. Considerarli separatamente consente di mettere in luce la dimensione strutturale, e non congiunturale, dell'indebitamento estero.
Beretta, S., Disavanzi nei pagamenti e commercio intertemporale: alcuni spunti di analisi "reale", <<Disavanzi nei pagamenti e commercio intertemporale:alcuni spunti di analisi "reale">>, 2000; (0001): 4-30 [http://hdl.handle.net/10807/31611]
Disavanzi nei pagamenti e commercio intertemporale: alcuni spunti di analisi "reale"
Beretta, Simona
2000
Abstract
Il problema di integrare fra loro l'economia internazionale "reale", "monetaria" e "finanziaria", nonostante tentativi interessanti, è rimasto sostanzialmente irrisolto. Nei modelli di teoria pura del commercio internazionale, il valore delle esportazioni coincide col valore delle importazioni: lo scambio, anche se realizzato utilizzando moneta come mezzo di pagamento, rimane fondamentalmente baratto. Nelle analisi macroeconomiche, viceversa, si presta direttamente attenzione alla differenza fra produzione e assorbimento interno, che per definizione corrisponde al saldo corrente, senza analizzare i processi decisionali relativi agli scambi internazionali di beni e servizi. La dimensione finanziaria degli scambi internazionali, a sua volta, tende ad essere guardata da una angolatura ancora differente. Senza la pretesa di risolvere la questione, in questo lavoro si propongono, in maniera critica-comparativa, alcune fra le più interessanti prospettive di integrazione fra dimensioni mico, macro e finanziaria delle relazioni internazionali. Una prima prospettiva considera i disavanzi con l’estero come la conseguenza di scelte intertemporali da parte degli operatori.ragione della insoddisfazione con questo approccio è la seguente: esso prescinde dalla esistenza di una "moneta" vera e propria. Gli strumenti monetari potrebbero benissimo non esistere, in quanto le decisioni vengono adottate, in un certo senso, “fuori” dal tempo (sostanzialmente, "prima" che il tempo stesso si dipani). Nel tentativo di superare questa insoddisfazione, il lavoro presenta (§2) le conseguenze dell’introduzione di una moneta vera e propria, mezzo di pagamento in quanto fondo di valore, nell’ambito di modelli tradizionali di tipo “reale”, in cui i beni vengono prodotti, scambiati e consumati in un orizzonte multiperiodale.Una ulteriore pista di lavoro (§3) consiste nel mettere a fuoco il ruolo della disponibilità di mezzi di pagamento internazionali nelle scelte strutturali di indebitamento finalizzate alla accumulazione di capacità produttiva. Un aspetto importante delle relazioni economiche internazionali che sfugge ai modelli "reale" sopra presentati ruguarda l’asimmetria di funzionamento dei mercati dei beni commerciabili e non commerciabili. Considerarli separatamente consente di mettere in luce la dimensione strutturale, e non congiunturale, dell'indebitamento estero.File | Dimensione | Formato | |
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