Il progressivo affermarsi delle cosiddette piattaforme digitali – ad esempio Amazon ed E-Bay – pone una serie di questioni significative per le implicazioni che esso genera all’interno delle dinamiche concorrenziali tra le imprese nonché per le sue ricadute in termini di benessere (surplus) dei consumatori. L’economia delle piattaforme digitali rappresenta un vasto campo di ricerca che affronta molteplici questioni sotto differenti profili. L’operare delle piattaforme digitale coinvolge, tra gli altri, aspetti che riguardano effetti di network, economie di scala, e scelta dei prodotti. Non essendo possibile per ragioni di spazio rendere conto, neanche sommariamente, dei risultati della letteratura, in questo breve testo ci soffermiamo in particolare su un aspetto che il diffondersi delle piattaforme digitali ha reso sempre più rilevante: il graduale affinarsi delle informazioni sui consumatori raccolte dalle piattaforme digitali ed eventualmente messe a disposizione di imprese terze. Il commercio on-line – di cui le piattaforme digitali rappresentano una particolare espressione – ha determinato una maggiore capacità da parte dei produttori di beni e di servizi di acquisire informazioni sul lato della domanda, dal momento che i dati sui consumatori possono essere raccolti, conservati, ed elaborati con un grado di dettaglio prima non immaginabile. Questo significa che con il commercio on-line l’offerta è sempre più in grado di distinguere all’interno del lato della domanda. In altre parole, il commercio on-line mette a disposizione delle piattafor¬me e, indirettamente, delle imprese che impiegano i servizi delle piattaforme, un’informazione più dettagliata riguardante i consumatori. In questo testo, dunque, poniamo come punto di partenza della nostra riflessione il fatto che le piattaforme digitali hanno reso possibile una conoscenza dei consumatori (“creazione di informazione”) che prima non esisteva. La maggiore informazione a disposizione della piattaforma può essere i) utilizzata direttamente dalla piattaforma per le sue transazioni con i consumatori, oppure ii) rivenduta alle imprese che utilizzano la piattaforma per le loro transazioni con i consumatori. Considerando entrambe le prospettive, ci poniamo le seguenti domande. In che modo un maggior grado di informazione in possesso della piattaforma e/o delle imprese impatta sui profitti? E che effetto ha sul surplus dei consumatori? Cercheremo di rispondere a queste domande immaginando dapprima uno scenario composto da una sola piattaforma oppure da una sola impresa (mercato monopolistico), per passare poi al caso di più piattaforme oppure più imprese (mercato oligopolistico).

Colombo, S., Economia delle piattaforme, in Bocchini, R. (ed.), Trattato. Le piattaforme digitali. E-Agorà, Giappichelli, Torino 2025: 1261- 1278 [https://hdl.handle.net/10807/315616]

Economia delle piattaforme

Colombo, Stefano
2025

Abstract

Il progressivo affermarsi delle cosiddette piattaforme digitali – ad esempio Amazon ed E-Bay – pone una serie di questioni significative per le implicazioni che esso genera all’interno delle dinamiche concorrenziali tra le imprese nonché per le sue ricadute in termini di benessere (surplus) dei consumatori. L’economia delle piattaforme digitali rappresenta un vasto campo di ricerca che affronta molteplici questioni sotto differenti profili. L’operare delle piattaforme digitale coinvolge, tra gli altri, aspetti che riguardano effetti di network, economie di scala, e scelta dei prodotti. Non essendo possibile per ragioni di spazio rendere conto, neanche sommariamente, dei risultati della letteratura, in questo breve testo ci soffermiamo in particolare su un aspetto che il diffondersi delle piattaforme digitali ha reso sempre più rilevante: il graduale affinarsi delle informazioni sui consumatori raccolte dalle piattaforme digitali ed eventualmente messe a disposizione di imprese terze. Il commercio on-line – di cui le piattaforme digitali rappresentano una particolare espressione – ha determinato una maggiore capacità da parte dei produttori di beni e di servizi di acquisire informazioni sul lato della domanda, dal momento che i dati sui consumatori possono essere raccolti, conservati, ed elaborati con un grado di dettaglio prima non immaginabile. Questo significa che con il commercio on-line l’offerta è sempre più in grado di distinguere all’interno del lato della domanda. In altre parole, il commercio on-line mette a disposizione delle piattafor¬me e, indirettamente, delle imprese che impiegano i servizi delle piattaforme, un’informazione più dettagliata riguardante i consumatori. In questo testo, dunque, poniamo come punto di partenza della nostra riflessione il fatto che le piattaforme digitali hanno reso possibile una conoscenza dei consumatori (“creazione di informazione”) che prima non esisteva. La maggiore informazione a disposizione della piattaforma può essere i) utilizzata direttamente dalla piattaforma per le sue transazioni con i consumatori, oppure ii) rivenduta alle imprese che utilizzano la piattaforma per le loro transazioni con i consumatori. Considerando entrambe le prospettive, ci poniamo le seguenti domande. In che modo un maggior grado di informazione in possesso della piattaforma e/o delle imprese impatta sui profitti? E che effetto ha sul surplus dei consumatori? Cercheremo di rispondere a queste domande immaginando dapprima uno scenario composto da una sola piattaforma oppure da una sola impresa (mercato monopolistico), per passare poi al caso di più piattaforme oppure più imprese (mercato oligopolistico).
2025
Italiano
Trattato. Le piattaforme digitali. E-Agorà
1221129678
Giappichelli
Colombo, S., Economia delle piattaforme, in Bocchini, R. (ed.), Trattato. Le piattaforme digitali. E-Agorà, Giappichelli, Torino 2025: 1261- 1278 [https://hdl.handle.net/10807/315616]
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