Il presente studio ricostruisce in prospettiva storica l’evoluzione del sistema scolastico italiano dall’Unità del 1861 fino agli inizi del XXI secolo, evidenziando il ruolo cruciale dell’istruzione nella costruzione dell’identità nazionale e nella promozione dell’inclusione sociale. A partire dalla Legge Casati, che pose le basi per un sistema educativo centralizzato e classista, il testo attraversa i principali snodi legislativi e culturali della storia dell’istruzione italiana: dalla legge Coppino all’intervento dello Stato con le riforme Orlando e Daneo-Credaro, fino alla svolta autoritaria della Riforma Gentile e alla successiva fascistizzazione dei contenuti didattici. Viene analizzato il dopoguerra come momento di discontinuità, segnato dal ritorno alla democrazia e dall’affermazione del diritto allo studio sancito dalla Costituzione del 1948. Il saggio approfondisce inoltre le trasformazioni socio-educative del secondo Novecento: l’istituzione della scuola media unica, il tempo pieno, le proteste studentesche del ’68, e le riforme più recenti in risposta alla complessità della società globale. Il testo si conclude con una riflessione critica sull’analfabetismo funzionale e sull’urgenza di ripensare la scuola pubblica italiana come strumento essenziale di cittadinanza consapevole, coesione sociale e sviluppo culturale.
Rossignoli, M., Bonato, M., La scuola in Italia, in Antonio Piva, E. C. (ed.), La scuola primaria. Il pensiero provvisorio, gangemi editore, Roma 2010: 125- 134 [https://hdl.handle.net/10807/314470]
La scuola in Italia
Rossignoli, Marco
;
2010
Abstract
Il presente studio ricostruisce in prospettiva storica l’evoluzione del sistema scolastico italiano dall’Unità del 1861 fino agli inizi del XXI secolo, evidenziando il ruolo cruciale dell’istruzione nella costruzione dell’identità nazionale e nella promozione dell’inclusione sociale. A partire dalla Legge Casati, che pose le basi per un sistema educativo centralizzato e classista, il testo attraversa i principali snodi legislativi e culturali della storia dell’istruzione italiana: dalla legge Coppino all’intervento dello Stato con le riforme Orlando e Daneo-Credaro, fino alla svolta autoritaria della Riforma Gentile e alla successiva fascistizzazione dei contenuti didattici. Viene analizzato il dopoguerra come momento di discontinuità, segnato dal ritorno alla democrazia e dall’affermazione del diritto allo studio sancito dalla Costituzione del 1948. Il saggio approfondisce inoltre le trasformazioni socio-educative del secondo Novecento: l’istituzione della scuola media unica, il tempo pieno, le proteste studentesche del ’68, e le riforme più recenti in risposta alla complessità della società globale. Il testo si conclude con una riflessione critica sull’analfabetismo funzionale e sull’urgenza di ripensare la scuola pubblica italiana come strumento essenziale di cittadinanza consapevole, coesione sociale e sviluppo culturale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.