Il saggio affronta il fenomeno della giustizia mediatica, inteso come l’influenza esercitata dai media sui processi e sull’opinione pubblica, con particolare attenzione ai suoi effetti negativi sui diritti fondamentali dell’indagato, sulla funzione del processo penale e sul ruolo degli attori coinvolti. L’autore denuncia la tendenza del sistema mediatico a trasformare l’indagato in colpevole e la vittima in eroe, generando un processo parallelo dominato da emozioni, distorsioni e pressioni sull’apparato giudiziario. Pur riconoscendo i rischi insiti nella mediatizzazione, l'Autore respinge soluzioni repressive della libertà di stampa, per orientarsi verso una regolamentazione più trasparente e responsabile della cronaca giudiziaria. L’obiettivo è costruire un giusto giudizio mediatico, capace di coniugare la tutela dei diritti individuali con il controllo democratico sull’amministrazione della giustizia.
D'Alessandro, F., Il giusto giudizio mediatico (ovvero perché l'obiettivo di tutelare i diritti fondamentali non può risolversi in controproducenti restrizioni della libertà di informazione, in Donati, G., Forti, G., Mazzucato, C., Visconti, A. (ed.), L'esercizio del "giusto giudizio". Dialoghi manzoniani sull'idea di responsabilità e i fondamenti della giustizia, Vita e Pensiero, Milano, Milano 2025: 2025 223- 231 [https://hdl.handle.net/10807/314466]
Il giusto giudizio mediatico (ovvero perché l'obiettivo di tutelare i diritti fondamentali non può risolversi in controproducenti restrizioni della libertà di informazione
D'Alessandro, Francesco
2025
Abstract
Il saggio affronta il fenomeno della giustizia mediatica, inteso come l’influenza esercitata dai media sui processi e sull’opinione pubblica, con particolare attenzione ai suoi effetti negativi sui diritti fondamentali dell’indagato, sulla funzione del processo penale e sul ruolo degli attori coinvolti. L’autore denuncia la tendenza del sistema mediatico a trasformare l’indagato in colpevole e la vittima in eroe, generando un processo parallelo dominato da emozioni, distorsioni e pressioni sull’apparato giudiziario. Pur riconoscendo i rischi insiti nella mediatizzazione, l'Autore respinge soluzioni repressive della libertà di stampa, per orientarsi verso una regolamentazione più trasparente e responsabile della cronaca giudiziaria. L’obiettivo è costruire un giusto giudizio mediatico, capace di coniugare la tutela dei diritti individuali con il controllo democratico sull’amministrazione della giustizia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.