Manganelli frequentò con documentata costanza, insolita competenza e crescente perizia traduttiva i “non pochi strati di cui consta l’opera di William Butler Yeats”. Se Manganelli fu “folla”, “uomo solitario”, “nulla”, lo fu non come la “belva proteiforme” di “wordsworthcoleridge”, ben nota a “chi ha insegnato letteratura inglese, allo scopo non penalmente rilevante di guadagnarsi il pane” . Lo fu davvero yeatsianamente, cioè mai cedendo alla comoda e confortevole tentazione di considerare tali maschere, pseudonimi, voci, come entità antitetiche e incompatibili da gestire separatamente e a piccole dosi.
Reggiani, E., Postfazione. Fugato yeatsiano in tonalità manganelliana, in Francesca Caracen, F. C. (ed.), Giorgio Manganelli, La rinascenza celtica, Aragno, Torino 2025: 161- 174 [https://hdl.handle.net/10807/314324]
Postfazione. Fugato yeatsiano in tonalità manganelliana
Reggiani, EnricoPrimo
2025
Abstract
Manganelli frequentò con documentata costanza, insolita competenza e crescente perizia traduttiva i “non pochi strati di cui consta l’opera di William Butler Yeats”. Se Manganelli fu “folla”, “uomo solitario”, “nulla”, lo fu non come la “belva proteiforme” di “wordsworthcoleridge”, ben nota a “chi ha insegnato letteratura inglese, allo scopo non penalmente rilevante di guadagnarsi il pane” . Lo fu davvero yeatsianamente, cioè mai cedendo alla comoda e confortevole tentazione di considerare tali maschere, pseudonimi, voci, come entità antitetiche e incompatibili da gestire separatamente e a piccole dosi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.