L’affermazione della giustizia passa anche attraverso la sapiente cura dedicata alle sue forme comunicative. La chiarezza nell’uso delle parole è indice di lucidità di pensiero: due qualità interdipendenti di cui non di rado si è costretti a constatare l’assenza in atti legislativi o giudiziari. L’addestramento a una sorta di ‘poetica’ del legiferare (che è poi anche una ‘poetica del giudicare’) diviene addirittura vitale, in tutti i sensi, nel campo della giustizia penale, dove – realmente e non solo metaforicamente – una singola parola sbagliata può decidere i destini e la vita stessa di persone o di interi gruppi sociali. In questo volume si esplora, con varietà di accenti e prospettive, in un dialogo tra saperi diversi, l’intensa forza espressiva dello haiku, la cui rigida struttura formale esalta tanto la musicalità delle parole scelte, quanto il valore delle pause di silenzio ‘pensoso’. Nell’accelerazione e alienazione delle società tardo-moderne, si richiede particolarmente agli ‘operatori di giustizia’ – e lo è ogni cittadino, prima ancora che ogni professionista del diritto – la capacità di soste contemplative e di quella attenzione all’umano che, secondo Simone Weil, dovrebbe essere l’unico oggetto dell’educazione.
Forti, G., Bertelloni, P. (eds.), Haiku per la Giustizia. Un modello di stile per 'parole giuste', Vita e Pensiero, Milano 2025: 148 [https://hdl.handle.net/10807/314287]
Haiku per la Giustizia. Un modello di stile per 'parole giuste'
Forti, Gabrio
;Bertelloni, Priscilla
2025
Abstract
L’affermazione della giustizia passa anche attraverso la sapiente cura dedicata alle sue forme comunicative. La chiarezza nell’uso delle parole è indice di lucidità di pensiero: due qualità interdipendenti di cui non di rado si è costretti a constatare l’assenza in atti legislativi o giudiziari. L’addestramento a una sorta di ‘poetica’ del legiferare (che è poi anche una ‘poetica del giudicare’) diviene addirittura vitale, in tutti i sensi, nel campo della giustizia penale, dove – realmente e non solo metaforicamente – una singola parola sbagliata può decidere i destini e la vita stessa di persone o di interi gruppi sociali. In questo volume si esplora, con varietà di accenti e prospettive, in un dialogo tra saperi diversi, l’intensa forza espressiva dello haiku, la cui rigida struttura formale esalta tanto la musicalità delle parole scelte, quanto il valore delle pause di silenzio ‘pensoso’. Nell’accelerazione e alienazione delle società tardo-moderne, si richiede particolarmente agli ‘operatori di giustizia’ – e lo è ogni cittadino, prima ancora che ogni professionista del diritto – la capacità di soste contemplative e di quella attenzione all’umano che, secondo Simone Weil, dovrebbe essere l’unico oggetto dell’educazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



