Tragicommedia

The term “tragicomedy” appears for the first time in the Prologue of Plautus’ Amphitryon, a palliata that presupposes a Greek model. The Latin term tragico[co]moedia (P, tragicomoedia Leo 1895) seems to be a construction based on the Greek lemma (not attested) *τραγι[κο]κωµωδία or *τραγοκωµωδία. It is well known that from the Renaissance to the present this genre has enjoyed various degrees of success in European dramatic production, influencing filmography as well. We investigate the history of the term with reference to classical theatre since the satyr dramas, comedies, and tragedies, especially by Euripides, with their adventurous plots, happy endings, and some comic scenes bordering on the grotesque, do not neatly fall into either the tragic or comic genre. Indeed, they can only be well explained if understood as a “mixed” genre

Il termine “tragicommedia” compare per la prima volta nel prologo dell'Anfitrione di Plauto, una palliata che presuppone un modello greco. Il termine latino tragico[co]moedia (P, tragicomoedia Leo 1895) sembra essere una costruzione basata sul lemma greco (non attestato) *τραγι[κο]κωµωδία o *τραγοκωµωδία. È noto che dal Rinascimento ad oggi questo genere ha riscosso vari gradi di successo nella produzione drammatica europea, influenzando anche la cinematografia. Indaghiamo la storia del termine con riferimento al teatro classico poiché i drammi satiri, le commedie e le tragedie, in particolare quelle di Euripide, con le loro trame avventurose, i finali felici e alcune scene comiche al limite del grottesco, non rientrano chiaramente né nel genere tragico né in quello comico. Infatti, possono essere spiegati bene solo se intesi come un genere “misto”.