Il breve saggio intende riportare alcune riflessioni scaturite dall’esperienza del corso di perfezionamento per Mediatore europeo per l’Intercultura, quale percorso formativo innovativo dentro l’università Cattolica del sacro Cuore, sede di Brescia, che si è svolto in due edizioni (2019/20 e 2021/22) con differenti modalità di erogazione (presenza/online), di cui chi scrive è stata Direttrice scientifica e didattica. In entrambe le esperienze, l’obiettivo era sia professionalizzante (offrire upgrading a chi svolge o può svolgere un mestiere “debole”, per lo più improvvisato e sottovalutato) sia pedagogico (la sperimentazione di ambienti di apprendimento multiculturali per agire la relazione interculturale in università), sia infine strategico (aprire l’università alla multietnicità scardinando le chiusure e i pregiudizi verso gli studenti stranieri, specialmente se di prima generazione). Il saggio si apre con una panoramica sulla figura debole del mediatore (e sullo scarso investimento sociale); offre poi una breve cronistoria del progetto e delle singole azioni messe in campo, incluse le criticità e i legami università- territorio; una valutazione dei risultati, in merito agli obiettivi prefigurati, e chiude con un rilancio sul futuro, ovvero come far avanzare l’inclusione accademica dei cittadini stranieri (in particolare extracomunitari).
Colombo, M., Imparare a mediare. un’esperienza di università inclusiva, in Girasella, E. (ed.), L’università per il rafforzamento dei servizi di accoglienza ai migranti Esperienze di public engagement in co-progettazione, Aracne Editrice, Roma 2025: 119- 134 [https://hdl.handle.net/10807/313190]
Imparare a mediare. un’esperienza di università inclusiva
Colombo, Maddalena
2025
Abstract
Il breve saggio intende riportare alcune riflessioni scaturite dall’esperienza del corso di perfezionamento per Mediatore europeo per l’Intercultura, quale percorso formativo innovativo dentro l’università Cattolica del sacro Cuore, sede di Brescia, che si è svolto in due edizioni (2019/20 e 2021/22) con differenti modalità di erogazione (presenza/online), di cui chi scrive è stata Direttrice scientifica e didattica. In entrambe le esperienze, l’obiettivo era sia professionalizzante (offrire upgrading a chi svolge o può svolgere un mestiere “debole”, per lo più improvvisato e sottovalutato) sia pedagogico (la sperimentazione di ambienti di apprendimento multiculturali per agire la relazione interculturale in università), sia infine strategico (aprire l’università alla multietnicità scardinando le chiusure e i pregiudizi verso gli studenti stranieri, specialmente se di prima generazione). Il saggio si apre con una panoramica sulla figura debole del mediatore (e sullo scarso investimento sociale); offre poi una breve cronistoria del progetto e delle singole azioni messe in campo, incluse le criticità e i legami università- territorio; una valutazione dei risultati, in merito agli obiettivi prefigurati, e chiude con un rilancio sul futuro, ovvero come far avanzare l’inclusione accademica dei cittadini stranieri (in particolare extracomunitari).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.