Guardando all’esempio dei Padri, in particolare di Agostino, Petrarca compose preghiere in latino e volgare, tra le quali indimenticabili restano la Preghiera alla Vergine posta a conclusione dei Rerum vulgarium fragmenta e il sonetto 62, indirizzato al Padre del ciel. Anche le parole degli antichi, se correttamente rivolte a Cristo, possono diventare preghiera, in particolare, naturalmente, quelle di Virgilio. La recita dell’Ufficio contribuì a una conoscenza approfondita del Salterio, fornendo l’occasione per inserirsi in maniera originale nella tradizione dei salmi penitenziali con i Psalmi mei VII. Brani di preghiere, inviti e richieste di preghiera sono sparsi nelle Lettere, soprattutto in quelle indirizzate ai monaci, dove dettagliatamente indica quanto desidera dal Signore e ciò da cui vuole essere liberato.
Monti, C. M., Petrarca e la preghiera, in Ballarini, M. (ed.), La preghiera nella letteratura italiana, Impresa Tecnoeditoriale Lombarda srl a socio unico, Milano 2024: 77- 94 [https://hdl.handle.net/10807/313117]
Petrarca e la preghiera
Monti, Carla Maria
2024
Abstract
Guardando all’esempio dei Padri, in particolare di Agostino, Petrarca compose preghiere in latino e volgare, tra le quali indimenticabili restano la Preghiera alla Vergine posta a conclusione dei Rerum vulgarium fragmenta e il sonetto 62, indirizzato al Padre del ciel. Anche le parole degli antichi, se correttamente rivolte a Cristo, possono diventare preghiera, in particolare, naturalmente, quelle di Virgilio. La recita dell’Ufficio contribuì a una conoscenza approfondita del Salterio, fornendo l’occasione per inserirsi in maniera originale nella tradizione dei salmi penitenziali con i Psalmi mei VII. Brani di preghiere, inviti e richieste di preghiera sono sparsi nelle Lettere, soprattutto in quelle indirizzate ai monaci, dove dettagliatamente indica quanto desidera dal Signore e ciò da cui vuole essere liberato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.