GREEN CULTURES & GREEN SKILLS: Repertori di competenze per la sostenibilita' organizzativa.

This dissertation explores the potential application of circular economy principles to human capital, proposing an innovative approach to enhance formal, non-formal, and informal competences within a framework of organizational sustainability. The research aligns with European directives encouraging Member States to establish national qualifications frameworks and to involve organizations in the processes of identification, validation, and certification of competences—commonly referred to as Validation of Prior Learning (VPL). These policies aim to address skill mismatches between supply and demand and to promote lifelong learning. The study consists of three interconnected empirical investigations, united by the concept of preventing the “waste” of competences. The first study examines HR professionals’ perceptions of non-formal and informal competences, with a particular focus on how they are represented and integrated into organizational processes. Based on four focus groups involving 29 HR professionals, the findings reveal a dual perspective: on one hand, a resistance to acknowledging competences acquired in non-formal and informal contexts; on the other, an appreciation of their potential value in strengthening the organizational climate. This duality highlights two key needs: to gain a deeper understanding of employees' full range of competences, and to foster a cultural shift aimed at recognizing learning acquired outside of formal contexts. Building on these insights, the second study develops a competence-mapping tool designed to identify and classify formal, non-formal, and informal competences. The methodology, grounded in the Atlante del Lavoro (Italy’s national competence framework) and the EntreComp framework, was iteratively co-designed with the HR department of an organization. The resulting questionnaire, administered to 138 employees, enabled the mapping of seventy-seven technical competences and six transversal ones. The results demonstrate the tool’s potential in supporting upskilling and reskilling practices, offering a replicable model across different economic sectors and promoting a sustainable approach to competence management. The third study investigates the relevance of competence valorization, particularly its impact on job satisfaction. Using Gozzoli’s (2016) living and working together model, data collected through a structured questionnaire administered to 138 employees reveal that competence recognition by supervisors, when combined with shared organizational values, significantly predicts job satisfaction—especially when social conflict is also considered as a variable in the equation. Overall, the dissertation highlights how prioritizing competence valorization within the conceptual framework of the circular economy can reduce human capital waste, improve workplace well-being, and support the transition toward sustainable organizations—environmentally, economically, and socially.

La tesi esplora il potenziale applicativo dei principi dell'economia circolare al capitale umano, proponendo un approccio innovativo per valorizzare le competenze formali, non formali e informali in un quadro di sostenibilità organizzativa. La ricerca si colloca nel contesto delle direttive europee che incoraggiano gli stati membri a istituire quadri nazionali delle qualifiche e a coinvolgere le organizzazioni nei processi di identificazione, validazione e certificazione (IVC) delle competenze, con l'obiettivo di affrontare i disallineamenti tra domanda e offerta di competenze e di promuovere l'apprendimento permanente. Lo studio si articola in tre indagini empiriche interconnesse dal concetto di “non spreco” delle competenze. Il primo studio analizza le percezioni dei professionisti HR riguardo alle competenze non formali e informali, con particolare attenzione alla loro rappresentazione e integrazione nei processi organizzativi. Attraverso quattro focus group con 29 professionisti HR, i risultati evidenziano una duplice prospettiva: da un lato, una resistenza a riconoscere le competenze apprese in contesti non formali e informali; dall’altro, un apprezzamento del loro potenziale valore nel rafforzare il clima organizzativo. Questa dualità sottolinea due esigenze centrali: conoscere meglio il patrimonio complessivo di competenze dei dipendenti e promuovere un cambiamento culturale volto a valorizzare le competenze apprese in contesti non formali e informali. A partire da queste evidenze, il secondo studio sviluppa uno strumento di mappatura delle competenze per identificare e classificare quelle formali, non formali e informali. La metodologia, basata sull'Atlante del Lavoro (il quadro nazionale italiano delle competenze) e sul framework EntreComp, è stata co-progettata in modo iterativo con il dipartimento HR di un'organizzazione. Il questionario risultante, somministrato a 138 dipendenti, ha permesso di mappare settantasette competenze tecniche e sei trasversali. I risultati mostrano il potenziale dello strumento nel supportare pratiche di upskilling e reskilling, offrendo un modello replicabile in altri settori economici e promuovendo una gestione sostenibile delle competenze. Il terzo studio esamina la rilevanza della valorizzazione delle competenze, con particolare riferimento al suo impatto sulla soddisfazione lavorativa. Utilizzando il modello di convivenza organizzativa di Gozzoli (2016), i dati raccolti attraverso un questionario strutturato somministrato a 138 dipendenti mostrano che la valorizzazione delle competenze da parte dei supervisori, combinata con valori organizzativi condivisi rappresenta un predittore significativo della soddisfazione lavorativa, soprattutto quando si considera anche il conflitto sociale come fattore dell’equazione. Nel complesso, la tesi evidenzia come prioritizzare la valorizzazione delle competenze all’interno del quadro concettuale dell’economia circolare possa ridurre lo spreco di capitale umano, migliorare il benessere nei luoghi di lavoro e favorire la transizione verso organizzazioni sostenibili non solo dal punto di vista ambientale ed economico, ma anche sociale.