Il contributo presenta l’esperienza di un educatore di comunità impegnato nel percorso di preparazione delle famiglie che si apprestano ad accogliere ragazzi in uscita da comunità educative. Attraverso la metafora della "valigia", il testo invita a riflettere sugli elementi emotivi, relazionali e culturali che i giovani portano con sé nei nuovi contesti di vita. La narrazione intreccia il racconto delle caratteristiche della comunità di provenienza, fortemente interculturale, con esperienze, immagini e suggestioni emerse nel dialogo con le famiglie ospitanti. L'approccio educativo privilegiato valorizza l'immaginazione empatica, la costruzione di una rete di sostegno, l'importanza dei progetti di vita flessibili e la consapevolezza dei ruoli educativi. L'auspicio finale, ispirato alle parole di Marianella Sclavi, è quello di promuovere una cultura della convivenza interculturale fondata sulla conoscenza reciproca e sulla cooperazione.
Serrelli, E., Il giovane in comunità: crescere lontano dalla propria famiglia, il rapporto con gli adulti e coi coetanei, in Colombo, F., Ospitalità familiare e nuovi bisogni sociali: Il Bed & Breakfast Protetto per i giovani in difficoltà, Franco Angeli, ITA 2009: 207-216 [https://hdl.handle.net/10807/311816]
Il giovane in comunità: crescere lontano dalla propria famiglia, il rapporto con gli adulti e coi coetanei
Serrelli, Emanuele
2009
Abstract
Il contributo presenta l’esperienza di un educatore di comunità impegnato nel percorso di preparazione delle famiglie che si apprestano ad accogliere ragazzi in uscita da comunità educative. Attraverso la metafora della "valigia", il testo invita a riflettere sugli elementi emotivi, relazionali e culturali che i giovani portano con sé nei nuovi contesti di vita. La narrazione intreccia il racconto delle caratteristiche della comunità di provenienza, fortemente interculturale, con esperienze, immagini e suggestioni emerse nel dialogo con le famiglie ospitanti. L'approccio educativo privilegiato valorizza l'immaginazione empatica, la costruzione di una rete di sostegno, l'importanza dei progetti di vita flessibili e la consapevolezza dei ruoli educativi. L'auspicio finale, ispirato alle parole di Marianella Sclavi, è quello di promuovere una cultura della convivenza interculturale fondata sulla conoscenza reciproca e sulla cooperazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.