"Sono vasti e molteplici gli orizzonti che sembrano dischiudersi quando si sceglie di mettere a tema il ‘giudizio’, investito dagli interrogativi su cosa ne renda ‘giusto’ l’esercizio e in quale rapporto si ponga rispetto all’individuazione delle cause della condotta umana. Domande tanto più pressanti in un contesto socio-culturale, oltre che giuridico-istituzionale, nel quale imperversa, a tutti i livelli, un ‘infuriare’ di giudizi ‘sommari’, il cui assordante rumore di fondo sembra renderci orfani di giudizi veri e, appunto, giusti. Nell’attuale temperie sembra, in effetti, di assistere a una sempre più estesa dissoluzione della capacità di giudizio, in cui si manifesta forse il punto estremo di ciò che fin da principio era iscritto nel progetto della modernità, caratterizzata, per dirla con Zygmunt Bauman, dall’impulso «a salvaguardare l’integrità della propria concezione morale dalla débâcle che inevitabilmente segue la scoperta del fatto che sia solo-una-fra-le-tante». A svuotare la sostanza del pensiero è anche la «crisi della narrazione» di cui parla recentemente il filosofo Byung-Chul Han, che vi vede l’effetto prodotto dal mare di informazioni e dati che ingombra e soffoca il tempo della nostra vita. A fronte di un contesto articolato e complesso, in cui il singolo viene bombardato da comunicazioni ‘infarcite’ di informazioni e da spiegazioni precostituite, come è possibile dischiudere un varco nella percezione corrente, rinunciare alla seduzione di «schivare il concreto», aprirsi all’incontro con voci inedite? La riflessività dialogica, la co-costruzione di spazi di comprensione, l’esercizio del ‘pensiero alto’ del cittadino possono essere stimolati dall’incontro con capolavori letterari, capaci di iscriversi nelle coscienze e di toccare la «dimensione spettrale» in cui si disvela fulmineamente l’essenza dell’umano, rispetto alla quale «la spiegazione reale dell’accadere reale» passa in secondo piano, visto che «i fatti per di più sono sempre scambiabili»: ciò che soprattutto interessa è lo «spiritualmente tipico [...]: la dimensione spettrale dell’accadere». La letteratura – e più in generale la grande narrativa, in tutte le sue forme di espressione – offre al lettore e allo spettatore una varietà di conflitti e dilemmi, reali o immaginari, i quali inducono a porsi essenziali domande di giustizia. Al testo letterario, quale «potente veicolo di espansione e attualizzazione di immagini e metafore che chi si accosti alle sue narrazioni reca già con sé da qualche altrove», compete il potere di testimoniare gli elementi di unicità in cui si manifesta l’umanità e di ripudiare l’irresistibile «pressione a rimettere sbrigativamente ordine, afferrando il corpo (e talora l’anima) del ‘colpevole’ di turno». Su tali consapevolezze si sviluppano i pregevoli contributi raccolti in questo volume."
Donati, G., Forti, G., Mazzucato, C., Visconti, A., Introduzione, in Donati, G., Forti, G., Mazzucato, C., Visconti, A. (ed.), L'esercizio del 'giusto giudizio'. Dialoghi manzoniani sull'idea di responsabilità e i fondamenti della giustizia, Vita e Pensiero, Milano 2025: <<GIUSTIZIA E LETTERATURA>>, IX- XXIII [https://hdl.handle.net/10807/311083]
Introduzione
Forti, Gabrio;Mazzucato, Claudia;Visconti, Arianna
2025
Abstract
"Sono vasti e molteplici gli orizzonti che sembrano dischiudersi quando si sceglie di mettere a tema il ‘giudizio’, investito dagli interrogativi su cosa ne renda ‘giusto’ l’esercizio e in quale rapporto si ponga rispetto all’individuazione delle cause della condotta umana. Domande tanto più pressanti in un contesto socio-culturale, oltre che giuridico-istituzionale, nel quale imperversa, a tutti i livelli, un ‘infuriare’ di giudizi ‘sommari’, il cui assordante rumore di fondo sembra renderci orfani di giudizi veri e, appunto, giusti. Nell’attuale temperie sembra, in effetti, di assistere a una sempre più estesa dissoluzione della capacità di giudizio, in cui si manifesta forse il punto estremo di ciò che fin da principio era iscritto nel progetto della modernità, caratterizzata, per dirla con Zygmunt Bauman, dall’impulso «a salvaguardare l’integrità della propria concezione morale dalla débâcle che inevitabilmente segue la scoperta del fatto che sia solo-una-fra-le-tante». A svuotare la sostanza del pensiero è anche la «crisi della narrazione» di cui parla recentemente il filosofo Byung-Chul Han, che vi vede l’effetto prodotto dal mare di informazioni e dati che ingombra e soffoca il tempo della nostra vita. A fronte di un contesto articolato e complesso, in cui il singolo viene bombardato da comunicazioni ‘infarcite’ di informazioni e da spiegazioni precostituite, come è possibile dischiudere un varco nella percezione corrente, rinunciare alla seduzione di «schivare il concreto», aprirsi all’incontro con voci inedite? La riflessività dialogica, la co-costruzione di spazi di comprensione, l’esercizio del ‘pensiero alto’ del cittadino possono essere stimolati dall’incontro con capolavori letterari, capaci di iscriversi nelle coscienze e di toccare la «dimensione spettrale» in cui si disvela fulmineamente l’essenza dell’umano, rispetto alla quale «la spiegazione reale dell’accadere reale» passa in secondo piano, visto che «i fatti per di più sono sempre scambiabili»: ciò che soprattutto interessa è lo «spiritualmente tipico [...]: la dimensione spettrale dell’accadere». La letteratura – e più in generale la grande narrativa, in tutte le sue forme di espressione – offre al lettore e allo spettatore una varietà di conflitti e dilemmi, reali o immaginari, i quali inducono a porsi essenziali domande di giustizia. Al testo letterario, quale «potente veicolo di espansione e attualizzazione di immagini e metafore che chi si accosti alle sue narrazioni reca già con sé da qualche altrove», compete il potere di testimoniare gli elementi di unicità in cui si manifesta l’umanità e di ripudiare l’irresistibile «pressione a rimettere sbrigativamente ordine, afferrando il corpo (e talora l’anima) del ‘colpevole’ di turno». Su tali consapevolezze si sviluppano i pregevoli contributi raccolti in questo volume."I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



