L'odierno è connotato da sfide sociali, economiche e storiche urgenti che interrogano il sapere pedagogico. Nella prospettiva della progettualità pedagogica non può esservi spazio per l’irresponsabilità. Anche nell’odierno, connotato da emergenze ambientali, economiche e antropologiche, i pedagogisti sono naturalmente propensi e protesi al cambiamento; ne analizzano le direzioni di senso e si interrogano sugli strumenti per governarlo (Piccardo, Colombo, 2000), proprio a partire dalla cura dell’altro. Pro-gettare pedagogicamente significa superare un approccio meramente quantitativo, per recuperare il valore autentico del gettare oltre e contribuire a “occasioni autentiche di crescita personale, organizzativa e comunitaria per l’impresa” (Sandrini, 2020, p. 122); nelle imprese si traduce in un incremento di valore, non solo numerico, e di coinvolgimento degli stakeholder, in una logica di sviluppo del capitale umano e delle comunità (Malavasi, 2010). Ciò comporta per le istituzioni il riconoscere la progettazione pedagogica come leva per lo sviluppo di tutte le organizzazioni, tra cui il Terzo settore e le imprese sociali. Le origini di questo settore, denominato no profit, risale all’era alto-medioevale con l’aggregazione spontanea di persone e il successivo associazionismo. Alla luce dei repentini mutamenti che connotano il presente, le imprese sociali possono rappresentate un luogo privilegiato nel quale ambire a progettualità ispirate a una formazione autenticamente umana per una transizione sostenibile.

Salvi, C., Progettazione pedagogica, imprese sociali, transizione sostenibile. Un caso emblematico, in Mazzoli S, M. S. (ed.), Fare comunità nella transizione ecologica. Tracce di speranza, Pensa Multimedia Editore S.r.l., Lecce 2024: 2024 17- 30 [https://hdl.handle.net/10807/310973]

Progettazione pedagogica, imprese sociali, transizione sostenibile. Un caso emblematico

Salvi, Claudia
2024

Abstract

L'odierno è connotato da sfide sociali, economiche e storiche urgenti che interrogano il sapere pedagogico. Nella prospettiva della progettualità pedagogica non può esservi spazio per l’irresponsabilità. Anche nell’odierno, connotato da emergenze ambientali, economiche e antropologiche, i pedagogisti sono naturalmente propensi e protesi al cambiamento; ne analizzano le direzioni di senso e si interrogano sugli strumenti per governarlo (Piccardo, Colombo, 2000), proprio a partire dalla cura dell’altro. Pro-gettare pedagogicamente significa superare un approccio meramente quantitativo, per recuperare il valore autentico del gettare oltre e contribuire a “occasioni autentiche di crescita personale, organizzativa e comunitaria per l’impresa” (Sandrini, 2020, p. 122); nelle imprese si traduce in un incremento di valore, non solo numerico, e di coinvolgimento degli stakeholder, in una logica di sviluppo del capitale umano e delle comunità (Malavasi, 2010). Ciò comporta per le istituzioni il riconoscere la progettazione pedagogica come leva per lo sviluppo di tutte le organizzazioni, tra cui il Terzo settore e le imprese sociali. Le origini di questo settore, denominato no profit, risale all’era alto-medioevale con l’aggregazione spontanea di persone e il successivo associazionismo. Alla luce dei repentini mutamenti che connotano il presente, le imprese sociali possono rappresentate un luogo privilegiato nel quale ambire a progettualità ispirate a una formazione autenticamente umana per una transizione sostenibile.
2024
Italiano
Fare comunità nella transizione ecologica. Tracce di speranza
979-12-5568-128-1
Pensa Multimedia Editore S.r.l.
2024
Salvi, C., Progettazione pedagogica, imprese sociali, transizione sostenibile. Un caso emblematico, in Mazzoli S, M. S. (ed.), Fare comunità nella transizione ecologica. Tracce di speranza, Pensa Multimedia Editore S.r.l., Lecce 2024: 2024 17- 30 [https://hdl.handle.net/10807/310973]
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