Nel secondo dopoguerra l’impegno per liberare l’Europa occidentale dalle ideologie totalitarie ad opera delle forze alleate si concretizzò nella costruzione di un tessuto culturale improntato attorno ai valori democratici e le biblioteche rappresentarono un dispositivo ideale a cui affidare tale compito. In questo scenario la loro ricostruzione e la promozione della lettura pubblica intercettarono i cambiamenti nelle abitudini e nelle esigenze dei giovani lettori europei. La nuova attenzione per l’infanzia, vista non solo come destinataria di proposte educative, ma anche come portatrice di messaggi e valori che dovevano avere voce, fu uno degli aspetti che maggiormente caratterizzò l’operato delle biblioteche. Gli spazi di libera espressione del fanciullo trovavano reale possibilità di manifestazione ben oltre le attività dedicate esclusivamente alla lettura e ai libri. Su questo versante culturale si colloca l’iniziativa avviata dalla scrittrice e giornalista Jella Lepman (1891-1970) nel 1954 all’interno dell’Internationale Jugendbibliothek di Monaco di Baviera, in merito alla fondazione delle Nazioni Unite dei Bambini. Si trattava di riproporre all’interno della biblioteca quanto gli adulti avevano realizzato nel 1945 con l’istituzione dell’ONU: i ragazzi interessati dovevano avere tra i 12 e i 16 anni ed essere iscritti alla biblioteca; agivano come veri e propri delegati delle nazioni scegliendo quella che maggiormente interessava loro. Ogni nazione aveva due rappresentanti e ogni mese veniva organizzata un’Assemblea Generale con discussioni su argomenti stabiliti dai bambini stessi. L’idea trovava origine dal desiderio di vedere coinvolti i bambini nel processo di ricostruzione democratica del paese: l’opportunità di espressione offerta ai più piccoli era testimonianza viva della capacità dei fanciulli di farsi portavoce di idee e valori in grado di travalicare le esistenze specifiche e di offrire messaggi degni di essere presi in considerazione e ascoltati. La presente ricerca intende ricostruire la storia dell’iniziativa, analizzando le fonti archivistiche conservate presso la Jugendbibliothek a Monaco di Baviera e intrecciandole con lo studio dell’autobiografia della Lepman, Un ponte di libri, al fine di ricavare informazioni relative all’impatto sul pubblico di giovani partecipanti e alle ricadute storiche e sociali dell’iniziativa oltre i confini della biblioteca. Le fonti archivistiche permettono di rilevare la straordinaria modernità del progetto e di comprendere le scelte educative attuate affinché i bambini potessero essere fruitori attivi dei materiali a loro disposizione, ma soprattutto protagonisti nel processo di rinnovamento democratico dell’Europa oltre i nazionalismi dei regimi totalitari.

Gumirato, C., Le “Nazioni Unite dei Bambini”: dare voce ai cittadini di domani. L’esperienza di educazione alla cittadinanza interculturale promossa da Jella Lepman, in Boffo Vann, B. V., Del Gobbo Giovann, D. G. G., Malavasi Pierluig, M. P. (ed.), Dare la parola: professionalità pedagogiche, educative e formative. A 100 anni dalla nascita di don Milani, Pensa MultiMedia, Lecce - Rovato (BS) 2024: 354- 359 [https://hdl.handle.net/10807/310497]

Le “Nazioni Unite dei Bambini”: dare voce ai cittadini di domani. L’esperienza di educazione alla cittadinanza interculturale promossa da Jella Lepman

Gumirato, Cristina
2024

Abstract

Nel secondo dopoguerra l’impegno per liberare l’Europa occidentale dalle ideologie totalitarie ad opera delle forze alleate si concretizzò nella costruzione di un tessuto culturale improntato attorno ai valori democratici e le biblioteche rappresentarono un dispositivo ideale a cui affidare tale compito. In questo scenario la loro ricostruzione e la promozione della lettura pubblica intercettarono i cambiamenti nelle abitudini e nelle esigenze dei giovani lettori europei. La nuova attenzione per l’infanzia, vista non solo come destinataria di proposte educative, ma anche come portatrice di messaggi e valori che dovevano avere voce, fu uno degli aspetti che maggiormente caratterizzò l’operato delle biblioteche. Gli spazi di libera espressione del fanciullo trovavano reale possibilità di manifestazione ben oltre le attività dedicate esclusivamente alla lettura e ai libri. Su questo versante culturale si colloca l’iniziativa avviata dalla scrittrice e giornalista Jella Lepman (1891-1970) nel 1954 all’interno dell’Internationale Jugendbibliothek di Monaco di Baviera, in merito alla fondazione delle Nazioni Unite dei Bambini. Si trattava di riproporre all’interno della biblioteca quanto gli adulti avevano realizzato nel 1945 con l’istituzione dell’ONU: i ragazzi interessati dovevano avere tra i 12 e i 16 anni ed essere iscritti alla biblioteca; agivano come veri e propri delegati delle nazioni scegliendo quella che maggiormente interessava loro. Ogni nazione aveva due rappresentanti e ogni mese veniva organizzata un’Assemblea Generale con discussioni su argomenti stabiliti dai bambini stessi. L’idea trovava origine dal desiderio di vedere coinvolti i bambini nel processo di ricostruzione democratica del paese: l’opportunità di espressione offerta ai più piccoli era testimonianza viva della capacità dei fanciulli di farsi portavoce di idee e valori in grado di travalicare le esistenze specifiche e di offrire messaggi degni di essere presi in considerazione e ascoltati. La presente ricerca intende ricostruire la storia dell’iniziativa, analizzando le fonti archivistiche conservate presso la Jugendbibliothek a Monaco di Baviera e intrecciandole con lo studio dell’autobiografia della Lepman, Un ponte di libri, al fine di ricavare informazioni relative all’impatto sul pubblico di giovani partecipanti e alle ricadute storiche e sociali dell’iniziativa oltre i confini della biblioteca. Le fonti archivistiche permettono di rilevare la straordinaria modernità del progetto e di comprendere le scelte educative attuate affinché i bambini potessero essere fruitori attivi dei materiali a loro disposizione, ma soprattutto protagonisti nel processo di rinnovamento democratico dell’Europa oltre i nazionalismi dei regimi totalitari.
2024
Italiano
Dare la parola: professionalità pedagogiche, educative e formative. A 100 anni dalla nascita di don Milani
9791255681304
Pensa MultiMedia
Gumirato, C., Le “Nazioni Unite dei Bambini”: dare voce ai cittadini di domani. L’esperienza di educazione alla cittadinanza interculturale promossa da Jella Lepman, in Boffo Vann, B. V., Del Gobbo Giovann, D. G. G., Malavasi Pierluig, M. P. (ed.), Dare la parola: professionalità pedagogiche, educative e formative. A 100 anni dalla nascita di don Milani, Pensa MultiMedia, Lecce - Rovato (BS) 2024: 354- 359 [https://hdl.handle.net/10807/310497]
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