Ognuno di noi sa, come sottolineano anche Ch. Taylor e Paul Ricoeur, che noi esseri umani, in talune circostanze particolarmente delicate, rischiamo di lasciarci vincere dallo sconforto, abbandonandoci alla tentazione della svalutazione e dell’autoesclusione, perdendo progressivamente fiducia e stima in noi stessi, nelle nostre capacità e potenzialità. Molte sono le espressioni di questo ritrarsi dal mondo e dallo sguardo dell’altro quando, o per una situazione circostanziata e temporanea o per una patologia depressiva, gli interessi, il mondo la vita rischiano di perdere di significato e preferiamo fare un passo indietro, nell’incapacità e impossibilità di credere che sia ancora possibile farne uno in avanti. In queste situazioni, spesso provocate o da una malattia improvvisa o dal cronicizzarsi di una situazione pregressa, l’io rischia di perdere ogni motivazione ed ogni slancio e si abbandona o si lascia vincere da un male che invade e penetra n nelle pieghe più recondite dell’essere.
Pagliacci, D., Lo sguardo di cura, tra dolore e sofferenza, in L. Alici E P. Nicolin, L. A. E. P. N. (ed.), L’umano e le sue potenzialità, tra cura e narrazione, Aracne, ROMA 2020: 147- 168 [https://hdl.handle.net/10807/309707]
Lo sguardo di cura, tra dolore e sofferenza
Pagliacci, Donatella
2020
Abstract
Ognuno di noi sa, come sottolineano anche Ch. Taylor e Paul Ricoeur, che noi esseri umani, in talune circostanze particolarmente delicate, rischiamo di lasciarci vincere dallo sconforto, abbandonandoci alla tentazione della svalutazione e dell’autoesclusione, perdendo progressivamente fiducia e stima in noi stessi, nelle nostre capacità e potenzialità. Molte sono le espressioni di questo ritrarsi dal mondo e dallo sguardo dell’altro quando, o per una situazione circostanziata e temporanea o per una patologia depressiva, gli interessi, il mondo la vita rischiano di perdere di significato e preferiamo fare un passo indietro, nell’incapacità e impossibilità di credere che sia ancora possibile farne uno in avanti. In queste situazioni, spesso provocate o da una malattia improvvisa o dal cronicizzarsi di una situazione pregressa, l’io rischia di perdere ogni motivazione ed ogni slancio e si abbandona o si lascia vincere da un male che invade e penetra n nelle pieghe più recondite dell’essere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.