Il concetto di trash viene qui analizzato tramite i meccanismi del social listening (ascolto della rete). In un periodo di ricerca annuale, ci si propone di interrogarsi sulla percezione delle audience della satira usata, sui social, per ironizzare su tematiche quotidiane. Interessante sarà considerare il caso dei Meme Award, ma prima di procedere con questo esempio, pare opportuno riflettere sul concetto di trash in generale. Lo si potrebbe descrivere come un processo di etichettamento diffusissimo nelle culture mediali della contemporaneità che però, nonostante la sua crescente pervasività, non è descrivibile tramite un’univoca definizione. In senso generale, si potrebbe provare a dire che esso ha a che fare con la rinegoziazione del valore di prodotti culturali che occupano il gradino più basso di una gerarchia estetica condivisa e viene spesso molto semplicisticamente associato ai contenuti spazzatura. Data questa breve premessa, l’ambizione di questo lavoro è quindi dimostrare come il trash sui social spopoli molto in quanto strumento di satira, applicato a moltissimi ambiti, sottolineando come in realtà gode anche (ma non solo) di considerazione positiva.
Carbone, F., Letture social del meme: stereotipi e fraintendimenti di un umorismo sui generis, 2025 [Altro] [https://hdl.handle.net/10807/309376]
Letture social del meme: stereotipi e fraintendimenti di un umorismo sui generis
Carbone, Federica
2025
Abstract
Il concetto di trash viene qui analizzato tramite i meccanismi del social listening (ascolto della rete). In un periodo di ricerca annuale, ci si propone di interrogarsi sulla percezione delle audience della satira usata, sui social, per ironizzare su tematiche quotidiane. Interessante sarà considerare il caso dei Meme Award, ma prima di procedere con questo esempio, pare opportuno riflettere sul concetto di trash in generale. Lo si potrebbe descrivere come un processo di etichettamento diffusissimo nelle culture mediali della contemporaneità che però, nonostante la sua crescente pervasività, non è descrivibile tramite un’univoca definizione. In senso generale, si potrebbe provare a dire che esso ha a che fare con la rinegoziazione del valore di prodotti culturali che occupano il gradino più basso di una gerarchia estetica condivisa e viene spesso molto semplicisticamente associato ai contenuti spazzatura. Data questa breve premessa, l’ambizione di questo lavoro è quindi dimostrare come il trash sui social spopoli molto in quanto strumento di satira, applicato a moltissimi ambiti, sottolineando come in realtà gode anche (ma non solo) di considerazione positiva.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.