Il saggio analizza il pensiero di Riccardo di Mediavilla sulla relazione tra volontà e libero arbitrio nel contesto del dibattito tardo medievale. Vengono esamite le due principali tradizioni sulla libertà umana: una che enfatizza la distinzione tra intelletto e volontà, attribuendo a quest’ultima il primato nell’azione morale, e un’altra che vede il libero arbitrio come un giudizio razionale sull’azione da compiere. Mediavilla sviluppa una teoria che riconosce l'autosufficienza della volontà, considerandola sia passiva che attiva. Partendo dall’interpretazione aristotelica del moto, egli spiega la volontà come movimento dell’animo verso il fine desiderato. Pur volendo il fine necessariamente, la volontà rimane libera rispetto ai mezzi per raggiungerlo. La sua libertà non è assoluta, ma compatibile con una necessità non coattiva. Dio muove la volontà al fine, mentre l’esecuzione concreta delle azioni spetta all’uomo. Mediavilla distingue tra la volontà naturale, che tende al bene assoluto, e la volontà deliberativa, che sceglie i mezzi per raggiungere tale fine. Il libero arbitrio emerge dalla collaborazione tra intelletto e volontà: l’intelletto fornisce il consiglio, ma è la volontà a decidere. Pur influenzata da diversi fattori – tra cui Dio, l’intelletto e l’appetito sensibile – la volontà conserva un’autonomia che la distingue da una determinazione necessaria. Mediavilla integra il rapporto tra intelletto e volontà in una visione in cui il bene e la libertà sono inscindibili. L’azione conoscitiva dell’intelletto non si oppone alla volontà, ma ne rappresenta il fondamento, trasformando il sapere in amore e orientando l’uomo verso la beatitudine.
Muller, P. A. M., Voluntas e liberum arbitrium in Riccardo di Mediavilla, in Seller, F., Melisi, R. (ed.), Profili dell'aristotelismo medievale in onore di Valeria Sorge, fedOA Press Federico II University Press, Napoli 2025: 59- 69. 10.6093/978-88-6887-237-3 [https://hdl.handle.net/10807/308119]
Voluntas e liberum arbitrium in Riccardo di Mediavilla
Muller, Paola Anna Maria
2025
Abstract
Il saggio analizza il pensiero di Riccardo di Mediavilla sulla relazione tra volontà e libero arbitrio nel contesto del dibattito tardo medievale. Vengono esamite le due principali tradizioni sulla libertà umana: una che enfatizza la distinzione tra intelletto e volontà, attribuendo a quest’ultima il primato nell’azione morale, e un’altra che vede il libero arbitrio come un giudizio razionale sull’azione da compiere. Mediavilla sviluppa una teoria che riconosce l'autosufficienza della volontà, considerandola sia passiva che attiva. Partendo dall’interpretazione aristotelica del moto, egli spiega la volontà come movimento dell’animo verso il fine desiderato. Pur volendo il fine necessariamente, la volontà rimane libera rispetto ai mezzi per raggiungerlo. La sua libertà non è assoluta, ma compatibile con una necessità non coattiva. Dio muove la volontà al fine, mentre l’esecuzione concreta delle azioni spetta all’uomo. Mediavilla distingue tra la volontà naturale, che tende al bene assoluto, e la volontà deliberativa, che sceglie i mezzi per raggiungere tale fine. Il libero arbitrio emerge dalla collaborazione tra intelletto e volontà: l’intelletto fornisce il consiglio, ma è la volontà a decidere. Pur influenzata da diversi fattori – tra cui Dio, l’intelletto e l’appetito sensibile – la volontà conserva un’autonomia che la distingue da una determinazione necessaria. Mediavilla integra il rapporto tra intelletto e volontà in una visione in cui il bene e la libertà sono inscindibili. L’azione conoscitiva dell’intelletto non si oppone alla volontà, ma ne rappresenta il fondamento, trasformando il sapere in amore e orientando l’uomo verso la beatitudine.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.