La sociologia ha affrontato il tema del silenzio da diverse angolazioni, esplorandone le implicazioni sociali, culturali e comunicative. Le prospettive sociologiche classiche, moderne e contemporanee considerano il silenzio un elemento complesso e poliedrico, evidenziandone a volte la natura ambivalente. In alcune circostanze, infatti, il silenzio è connotato come una risorsa o un elemento facilitante, in altre come un limite per una buona convivenza sociale. Per esempio, in senso negativo, il silenzio può essere compatibile con atteggiamenti di obbedienza e/o rifiuto, mentre in senso positivo può essere interpretato e vissuto come spazio per l’ascolto e la riflessività, per la comprensione del Sé e dell’altro. Considerando tutte queste sfumature, è molto ambizioso provare a fare una disamina complessiva o comparativa dei diversi approcci teorici che lo interpretano. L’obiettivo di questo contributo è tentare di cogliere alcune delle coordinate che consentono di leggere quale spazio assuma questa condizione taciturna nei mondi sociali, in quanto essa rappresenta sicuramente una parte imprescindibile della comunicazione umana e della vita sociale, variando notevolmente a seconda dell’osservatore e dei contesti.
Moscatelli, M., Coordinate sociologiche del silenzio. Distanza, potere, ascolto, riflessività, Appunti sapienziali- Silenzio solitudine ascolto, EDUCatt - Ente per il Diritto allo Studio Universitario dell’Università Cattolica, MILANO -- ITA 2025: 51-70 [https://hdl.handle.net/10807/307438]
Coordinate sociologiche del silenzio. Distanza, potere, ascolto, riflessività
Moscatelli, Matteo
2025
Abstract
La sociologia ha affrontato il tema del silenzio da diverse angolazioni, esplorandone le implicazioni sociali, culturali e comunicative. Le prospettive sociologiche classiche, moderne e contemporanee considerano il silenzio un elemento complesso e poliedrico, evidenziandone a volte la natura ambivalente. In alcune circostanze, infatti, il silenzio è connotato come una risorsa o un elemento facilitante, in altre come un limite per una buona convivenza sociale. Per esempio, in senso negativo, il silenzio può essere compatibile con atteggiamenti di obbedienza e/o rifiuto, mentre in senso positivo può essere interpretato e vissuto come spazio per l’ascolto e la riflessività, per la comprensione del Sé e dell’altro. Considerando tutte queste sfumature, è molto ambizioso provare a fare una disamina complessiva o comparativa dei diversi approcci teorici che lo interpretano. L’obiettivo di questo contributo è tentare di cogliere alcune delle coordinate che consentono di leggere quale spazio assuma questa condizione taciturna nei mondi sociali, in quanto essa rappresenta sicuramente una parte imprescindibile della comunicazione umana e della vita sociale, variando notevolmente a seconda dell’osservatore e dei contesti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.