I mezzi di comunicazione costituiscono una parte del sistema culturale delle società contemporanee al cui interno è facile cogliere molte tendenze apparentemente contraddittorie: talvolta essi sembrano il regno dell’omologazione, della massificazione e della riduzione di ogni differenza; altre volte sembrano accentuare la frammentazione dei linguaggi e dei gusti, moltiplicando all’infinito la pluralità delle voci che vi trovano spazio. Da un lato sembrano aprire processi democratici di condivisione dei saperi o di partecipazione civile, dall’altro nascondono dinamiche di potere che spesso ricalcano le tradizionali forme di disuguaglianza sociale. Le storie che ci raccontano, o le informazioni che essi rendono accessibili, si basano non di rado su rappresentazioni stereotipate delle identità sociali, sia personali che collettive, ma spesso questi stereotipi non sono altro che le “scorciatoie del senso” con cui, collettivamente, pensiamo gli altri e i diversi. Si tratta di uno spazio complesso, fatto di apparati, tecnologie, professionalità, discorsi, simboli e narrazioni che giocano spesso un ruolo importante e tuttaltro che lineare nel costruire socialmente le differenze e le diversità, nel modificarne la percezione nel tempo e – talvolta – persino nel tradurle in vere e proprie forme di disuguaglianza e di discriminazione sociale.
Aroldi, P., Carlo, S., Il sistema dei Media, in Zanfrini, L. (ed.), Sociologia delle differenze e delle disuguaglianze, Zanichelli, BOLOGNA -- ITA 2011: 277- 289 [https://hdl.handle.net/10807/3063]
Il sistema dei Media
Aroldi, Piermarco;Carlo, Simone
2011
Abstract
I mezzi di comunicazione costituiscono una parte del sistema culturale delle società contemporanee al cui interno è facile cogliere molte tendenze apparentemente contraddittorie: talvolta essi sembrano il regno dell’omologazione, della massificazione e della riduzione di ogni differenza; altre volte sembrano accentuare la frammentazione dei linguaggi e dei gusti, moltiplicando all’infinito la pluralità delle voci che vi trovano spazio. Da un lato sembrano aprire processi democratici di condivisione dei saperi o di partecipazione civile, dall’altro nascondono dinamiche di potere che spesso ricalcano le tradizionali forme di disuguaglianza sociale. Le storie che ci raccontano, o le informazioni che essi rendono accessibili, si basano non di rado su rappresentazioni stereotipate delle identità sociali, sia personali che collettive, ma spesso questi stereotipi non sono altro che le “scorciatoie del senso” con cui, collettivamente, pensiamo gli altri e i diversi. Si tratta di uno spazio complesso, fatto di apparati, tecnologie, professionalità, discorsi, simboli e narrazioni che giocano spesso un ruolo importante e tuttaltro che lineare nel costruire socialmente le differenze e le diversità, nel modificarne la percezione nel tempo e – talvolta – persino nel tradurle in vere e proprie forme di disuguaglianza e di discriminazione sociale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.