Cosa abilita le persone, i gruppi, le organizzazioni ad accettare la sfida della relazionalità nell’ambito dei servizi alla persona e cosa li motiva a dar vita a processi di reticolarità altamente complessi quanto a stili comunicativi, attribuzioni di significato e modalità di azione? La riflessione sulle forme di partnership sociali tra attori differenti, sviluppata nei contributi contenuti in questo volume, può offrire risposta a tali interrogativi. In proposito i saggi di Boccacin, Bramanti e Ferrucci propongono circostanziate analisi sociologiche, riferite al contesto italiano, nelle quali è posta specifica attenzione al ruolo svolto dai differenti attori sociali. In particolare le diverse entità di terzo settore, quali ad esempio le organizzazioni di volontariato e le fondazioni di comunità, si qualificano come peculiari “intermediari fiduciari” in grado di offrire un apporto distintivo alla realizzazione di pratiche al tempo stesso complesse e personalizzate. Allargando lo sguardo in ambito internazionale, il saggio di Dekker evidenzia le peculiarità del caso olandese e delle alterne vicende che hanno caratterizzato nel tempo, la collaborazione tra istituzioni pubbliche e organizzazioni di terzo settore. Ulteriori apporti disciplinari di tipo micro-economico (Grumo), giuridico (Zucchetti) e socio-politico (Stortone) consentono, da un lato di approfondire le dinamiche intra-organizzative e normative riguardanti il fenomeno, dall’altro di ravvisare in esso alcune significative istanze partecipative e di rappresentanza democratica. Riflettere sulle partnership sociali, in sintesi, offre visibilità a percorsi plurimi di realizzazione di servizi e contribuisce a identificare nuovi scenari nella risposta ai bisogni sociali
Boccacin, L. (ed.), Le partnership sociali: concettualizzazione ed evidenze empiriche, Franco Angeli, Milano 2010: 162 [http://hdl.handle.net/10807/2995]
Le partnership sociali: concettualizzazione ed evidenze empiriche
Boccacin, Lucia
2010
Abstract
Cosa abilita le persone, i gruppi, le organizzazioni ad accettare la sfida della relazionalità nell’ambito dei servizi alla persona e cosa li motiva a dar vita a processi di reticolarità altamente complessi quanto a stili comunicativi, attribuzioni di significato e modalità di azione? La riflessione sulle forme di partnership sociali tra attori differenti, sviluppata nei contributi contenuti in questo volume, può offrire risposta a tali interrogativi. In proposito i saggi di Boccacin, Bramanti e Ferrucci propongono circostanziate analisi sociologiche, riferite al contesto italiano, nelle quali è posta specifica attenzione al ruolo svolto dai differenti attori sociali. In particolare le diverse entità di terzo settore, quali ad esempio le organizzazioni di volontariato e le fondazioni di comunità, si qualificano come peculiari “intermediari fiduciari” in grado di offrire un apporto distintivo alla realizzazione di pratiche al tempo stesso complesse e personalizzate. Allargando lo sguardo in ambito internazionale, il saggio di Dekker evidenzia le peculiarità del caso olandese e delle alterne vicende che hanno caratterizzato nel tempo, la collaborazione tra istituzioni pubbliche e organizzazioni di terzo settore. Ulteriori apporti disciplinari di tipo micro-economico (Grumo), giuridico (Zucchetti) e socio-politico (Stortone) consentono, da un lato di approfondire le dinamiche intra-organizzative e normative riguardanti il fenomeno, dall’altro di ravvisare in esso alcune significative istanze partecipative e di rappresentanza democratica. Riflettere sulle partnership sociali, in sintesi, offre visibilità a percorsi plurimi di realizzazione di servizi e contribuisce a identificare nuovi scenari nella risposta ai bisogni socialiI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.