Le pagine di questo scritto sono pensate per delineare lo status quaestionis delle problematiche etico-antropologiche sollevate dalle tecnologie digitali e, in particolare, dalla cosiddetta “intelligenza artificiale” (IA). Le comodità garantite da questi sistemi, di cui quotidianamente si fa esperienza, sono oramai indiscusse e scontate, nonché pretese. È, allora, necessario soffermarsi sui loro aspetti più critici, andando oltre la visione della tecnologia come “facilitatore inoppugnabile”, che nell’immediato del vivere ordinario non sembra sollevare alcuna difficoltà. Compito della riflessione filosofica dovrebbe, perciò, essere quello di “scavare” sotto la superficie del consumo quotidiano e dei relativi comfort, per interrogare ciò che non è immediatamente evidente: ciò che il digitale offusca sotto la praticità della sua convenienza. A questo proposito, le considerazioni sviluppate nel testo vanno nella direzione di una critica ai costumi instaurati dalle tecnologie digitali, vale a dire al modo in cui esse hanno trasformato (e stanno trasformando) i nostri modi di vivere, pensare, relazionarci e auto-rappresentarci. Mettere in discussione, benché in chiave ancora teorica, il consenso che avvolge l’espansione e l’applicazione del digitale significa guardare oltre il velo dell’utilità, al fine di comprendere quali contenuti di verità, quali valori e anche quali tornaconti siano veicolati dalle nuove tecnologie. Nell’epoca contemporanea, di certo, non manca una sommaria consapevolezza dei problemi legati alle applicazioni digitali. Eppure, paradossalmente, all’estensione di questo generale riconoscimento corrisponde un sempre maggiore ampliamento degli stessi sistemi tecnologici. Lo scritto, dunque, oltre ad illustrare e approfondire quelle che possono essere ritenute tra le questioni etico-antropologiche più rilevanti, è pensato per integrare e rafforzare questa consapevolezza già diffusa in senso critico, vale a dire in una direzione che permetta di giudicare razionalmente il modo in cui le tecnologie digitali stanno ridefinendo la condizione umana. Quest’orizzonte teoretico, di natura appunto etico- antropologica, comprende anche argomenti di carattere epistemologico, politico ed economico, così come questioni ecologiche e di giustizia sociale. L’esigenza che muove questo testo non sta nel manifestare una qualche forma di favore o di contrarietà, bensì nel descrivere e tentare di valutare i cambiamenti introdotti dai nuovi sistemi tecnologici.
The pages of this paper are intended to outline the status quaestionis of the ethical-anthropological issues raised by digital technologies and, in particular, by the so-called “artificial intelligence” (AI). The comforts guaranteed by these systems, which we experience daily, are now undisputed and taken for granted, as well as claimed. It is, therefore, necessary to dwell on their most critical aspects, going beyond the vision of technology as an “uncontestable facilitator”, which in the immediate context of ordinary life does not seem to raise any difficulty. The task of philosophical reflection should, therefore, be to “dig” beneath the surface of daily consumption and related comforts, to question what is not immediately evident: what digital technologies obscure under the practicality of their convenience. In this regard, the considerations developed in this dissertation go in the direction of a critique of the customs established by digital technologies, that is to say, the way in which they have transformed (and are transforming) our ways of living, thinking, relating, and self-representing. Questioning, albeit still in a theoretical way, the consensus that surrounds the expansion and application of digital means looking beyond the veil of utility, in order to understand what contents of truth, what values and also what benefits are conveyed by new technologies. In contemporary times, there is certainly no lack of a summary awareness of the problems related to digital applications. Yet, paradoxically, the extension of this general recognition corresponds to an ever greater expansion of the technological systems themselves. The thesis, therefore, in addition to illustrating and examining what can be considered among the most relevant ethical-anthropological issues, is designed to integrate and strengthen this already widespread awareness in a critical sense, that is, in a direction that allows us to rationally judge the way in which digital technologies are redefining the human condition. This theoretical horizon, primarily ethical-anthropological, also includes arguments of an epistemological, political, and economic nature, as well as ecological and social justice issues. The need that drives this dissertation is not to express any form of favor or disfavor but rather to describe and attempt to evaluate the changes introduced by new technological systems.
Pianca, Filippo, PERSONE E MACCHINE. TRASFORMAZIONI ANTROPOLOGICHE E QUESTIONI ETICHE NELL'EPOCA DELLE TECNOLOGIE DIGITALI, Pessina, Adriano, Papa, Alessandra, Università Cattolica del Sacro Cuore MILANO:Ciclo XXXVII [https://hdl.handle.net/10807/299316]
PERSONE E MACCHINE. TRASFORMAZIONI ANTROPOLOGICHE E QUESTIONI ETICHE NELL'EPOCA DELLE TECNOLOGIE DIGITALI
Pianca, Filippo
2024
Abstract
Le pagine di questo scritto sono pensate per delineare lo status quaestionis delle problematiche etico-antropologiche sollevate dalle tecnologie digitali e, in particolare, dalla cosiddetta “intelligenza artificiale” (IA). Le comodità garantite da questi sistemi, di cui quotidianamente si fa esperienza, sono oramai indiscusse e scontate, nonché pretese. È, allora, necessario soffermarsi sui loro aspetti più critici, andando oltre la visione della tecnologia come “facilitatore inoppugnabile”, che nell’immediato del vivere ordinario non sembra sollevare alcuna difficoltà. Compito della riflessione filosofica dovrebbe, perciò, essere quello di “scavare” sotto la superficie del consumo quotidiano e dei relativi comfort, per interrogare ciò che non è immediatamente evidente: ciò che il digitale offusca sotto la praticità della sua convenienza. A questo proposito, le considerazioni sviluppate nel testo vanno nella direzione di una critica ai costumi instaurati dalle tecnologie digitali, vale a dire al modo in cui esse hanno trasformato (e stanno trasformando) i nostri modi di vivere, pensare, relazionarci e auto-rappresentarci. Mettere in discussione, benché in chiave ancora teorica, il consenso che avvolge l’espansione e l’applicazione del digitale significa guardare oltre il velo dell’utilità, al fine di comprendere quali contenuti di verità, quali valori e anche quali tornaconti siano veicolati dalle nuove tecnologie. Nell’epoca contemporanea, di certo, non manca una sommaria consapevolezza dei problemi legati alle applicazioni digitali. Eppure, paradossalmente, all’estensione di questo generale riconoscimento corrisponde un sempre maggiore ampliamento degli stessi sistemi tecnologici. Lo scritto, dunque, oltre ad illustrare e approfondire quelle che possono essere ritenute tra le questioni etico-antropologiche più rilevanti, è pensato per integrare e rafforzare questa consapevolezza già diffusa in senso critico, vale a dire in una direzione che permetta di giudicare razionalmente il modo in cui le tecnologie digitali stanno ridefinendo la condizione umana. Quest’orizzonte teoretico, di natura appunto etico- antropologica, comprende anche argomenti di carattere epistemologico, politico ed economico, così come questioni ecologiche e di giustizia sociale. L’esigenza che muove questo testo non sta nel manifestare una qualche forma di favore o di contrarietà, bensì nel descrivere e tentare di valutare i cambiamenti introdotti dai nuovi sistemi tecnologici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.