Dal 2008, dopo la crisi finanziaria, l’Italia ha intrapreso diverse riforme per flessibilizzare il mercato del lavoro, con l’obiettivo di aumentare il livello di occupazione e adattando, di conseguenza, le disposizioni in materia di welfare (Picot e Tassinari, 2017). Flessibilità ed efficienza sono i criteri che, negli stessi anni, hanno guidato anche la revisione della geografia giudiziaria, che ha ridotto il numero di tribunali, il numero di sezioni distaccate e di uffici del Giudice di Pace (Verzelloni, 2020). La riforma della legislazione sul licenziamento si colloca in questo contesto di trasformazione dei meccanismi di regolazione del mercato del lavoro e del sistema giudiziario, rappresentando un’alterazione strutturale degli stessi (Giuliani e Madama, 2022). La legge n. 92/2012 (c.d. riforma Fornero) e il decreto legislativo (d.lgs. d’ora in avanti) n. 23/2015 (c.d. Jobs Act), intervenendo nelle disposizioni sul licenziamento, ridimensionano il ruolo del giudice nelle sentenze di licenziamento illegittimo. Questi cambiamenti avvengono in un contesto, come quello italiano, caratterizzato da profonde differenze territoriali tra i sistemi locali del lavoro, che si rispecchiano anche nei processi decisionali adottati nell’ambito di ciascuna Corte d’Appello (Verzelloni, 2012; Dallara e Lacchei, 2021). L’obiettivo di questo capitolo è verificare se, a seguito del ridimensionamento della discrezionalità del giudice iniziato con l’implementazione della legge n. 92/2012, si siano ridotte le differenze tra le aree geografiche in termini di esito delle procedure per licenziamento illegittimo, a partire dall’analisi di un dataset originale che contiene le sentenze di licenziamento ingiustificato di secondo grado di tutte le Corti d’Appello italiane, escluse le Corti d’Appello di Roma e dell’Aquila, dal 2010 al 2020, per un totale di 8,275 sentenze. Il capitolo è organizzato come segue: il paragrafo due descrive gli effetti delle Riforme sul licenziamento illegittimo sulla discrezionalità dei giudici italiani, a partire dalla prospettiva della street level bureaucracy. Nel terzo paragrafo si presenta la metodologia della ricerca e le tecniche adottate per l’analisi delle sentenze di licenziamento. Nel quarto paragrafo si illustrano e discutono i risultati e il capitolo si conclude con l’individuazione di nuove piste di ricerca.
Pais, I., Marcolin, A., Discrezionalità dei giudici e differenze territoriali nel licenziamento illegittimo: una prospettiva sociologica, Licenziamento e scienze sociali. Una ricerca, Giappichelli Editore, Torino 2024: 95-112 [https://hdl.handle.net/10807/297576]
Discrezionalità dei giudici e differenze territoriali nel licenziamento illegittimo: una prospettiva sociologica
Pais, Ivana;Marcolin, Arianna
2024
Abstract
Dal 2008, dopo la crisi finanziaria, l’Italia ha intrapreso diverse riforme per flessibilizzare il mercato del lavoro, con l’obiettivo di aumentare il livello di occupazione e adattando, di conseguenza, le disposizioni in materia di welfare (Picot e Tassinari, 2017). Flessibilità ed efficienza sono i criteri che, negli stessi anni, hanno guidato anche la revisione della geografia giudiziaria, che ha ridotto il numero di tribunali, il numero di sezioni distaccate e di uffici del Giudice di Pace (Verzelloni, 2020). La riforma della legislazione sul licenziamento si colloca in questo contesto di trasformazione dei meccanismi di regolazione del mercato del lavoro e del sistema giudiziario, rappresentando un’alterazione strutturale degli stessi (Giuliani e Madama, 2022). La legge n. 92/2012 (c.d. riforma Fornero) e il decreto legislativo (d.lgs. d’ora in avanti) n. 23/2015 (c.d. Jobs Act), intervenendo nelle disposizioni sul licenziamento, ridimensionano il ruolo del giudice nelle sentenze di licenziamento illegittimo. Questi cambiamenti avvengono in un contesto, come quello italiano, caratterizzato da profonde differenze territoriali tra i sistemi locali del lavoro, che si rispecchiano anche nei processi decisionali adottati nell’ambito di ciascuna Corte d’Appello (Verzelloni, 2012; Dallara e Lacchei, 2021). L’obiettivo di questo capitolo è verificare se, a seguito del ridimensionamento della discrezionalità del giudice iniziato con l’implementazione della legge n. 92/2012, si siano ridotte le differenze tra le aree geografiche in termini di esito delle procedure per licenziamento illegittimo, a partire dall’analisi di un dataset originale che contiene le sentenze di licenziamento ingiustificato di secondo grado di tutte le Corti d’Appello italiane, escluse le Corti d’Appello di Roma e dell’Aquila, dal 2010 al 2020, per un totale di 8,275 sentenze. Il capitolo è organizzato come segue: il paragrafo due descrive gli effetti delle Riforme sul licenziamento illegittimo sulla discrezionalità dei giudici italiani, a partire dalla prospettiva della street level bureaucracy. Nel terzo paragrafo si presenta la metodologia della ricerca e le tecniche adottate per l’analisi delle sentenze di licenziamento. Nel quarto paragrafo si illustrano e discutono i risultati e il capitolo si conclude con l’individuazione di nuove piste di ricerca.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.