La questione della giusta e buona distanza, quella che ci consente di essere accanto e per l’altro, per soccorrerlo senza mortificarlo, ri- sollevarlo, senza farlo sentire da meno, senza ridurlo ad oggetto per il nostro compiacimento, senza mostrarcene l’inutile, fastidiosa e in- gombrante presenza di cui liberarci al più presto e in ogni modo, non necessariamente il migliore, si dispiega tra due eccessi: la minima e la massima distanza. La minima distanza è quella fusionale affettiva, nella quale l’altro è ridotto o ricondotto a noi, riportato nell’orbita dell’io, fatto risplendere solo di luce riflessa, quella emanata dall’io.
Pagliacci, D., La virtù della compassione. Una sfida all’etica del futuro, L’etica del futuro, Orthotes, Napoli 2020: 167-178 [https://hdl.handle.net/10807/296958]
La virtù della compassione. Una sfida all’etica del futuro
Pagliacci, Donatella
2020
Abstract
La questione della giusta e buona distanza, quella che ci consente di essere accanto e per l’altro, per soccorrerlo senza mortificarlo, ri- sollevarlo, senza farlo sentire da meno, senza ridurlo ad oggetto per il nostro compiacimento, senza mostrarcene l’inutile, fastidiosa e in- gombrante presenza di cui liberarci al più presto e in ogni modo, non necessariamente il migliore, si dispiega tra due eccessi: la minima e la massima distanza. La minima distanza è quella fusionale affettiva, nella quale l’altro è ridotto o ricondotto a noi, riportato nell’orbita dell’io, fatto risplendere solo di luce riflessa, quella emanata dall’io.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.